Fusaro su ddl omotransfobia: «Chi discrimina sono loro»

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Sta facendo molto discutere, in questi giorni, il disegno di legge contro l’omotransfobia che, dopo essere stato proposto e in alcuni casi approvato in alcune regioni, è arrivato in settimana nella Commissione Giustizia delle Camera. Una legge che, secondo alcuni, potrebbe portare a delle derive di censura e mancanza di libertà di espressione solo perché la si pensa diversamente o si critica il pensiero Lgbt. Sul tema Pro Vita & Famiglia ha intervistato il filosofo Diego Fusaro.

In merito all’iter di approvazione della legge contro l’omotransfobia, che è arrivata in settimana in Commissione Giustizia della Camera, ci sono dei pericoli per la libertà di pensiero come alcuni sostengono?

«È proprio questa la direzione verso cui si tende per via del pensiero unico dominante e quindi introdurre quello che io chiamo lo “psicoreato”. Chi come il sottoscritto pensa per esempio che il gay pride non ha nulla a che vedere con i diritti delle persone omosessuali, finirà per essere non solo tacciato come omofobo ma anche perseguito penalmente. Si diffama quindi come omofobo chi semplicemente non la pensa come la comunità Lgbt».

Sulla questione dell’ emergenza omofobia nel nostro Paese, cioè i crimini e le violenze contro le persone Lgbt è giusto adottare una legge simile o bastano le fattispecie di reato già esistenti per violenze, soprusi, bullismo, ecc.?

«Esistono per fortuna già delle leggi che puniscono questi reati ed è giusto e sacrosanto che chi commette quei crimini venga punito a norma di legge, ma l’obiettivo che si sta perseguendo è un altro, ovvero quello di omologare il pensiero e farlo diventare unico, dove non si pensa con la propria testa ma vige un “nuovo ordine erotico” come l’ho definito nel mio libro. Si vuole vivere e far vivere senza padri, senza madri ma solo con dei consumi erotici»

Creare queste categorie e queste leggi, non può creare delle discriminazioni? Pensiamo a chi è discriminato o bullizzato o riceve violenze solo per il proprio aspetto fisico, solo per il peso o per il proprio credo. Tutte categorie che non riescono a farsi ascoltare dalle istituzioni.

«Certo che c’è questo rischio. L’obiettivo primario del capitalismo moderno è quello di dividere gli ultimi in modo che ognuno pensi che il proprio nemico sia chi gli sta accanto e sta nella stessa sua situazione, anziché il capitalista delocalizzatore sfruttatore. L’obiettivo è orizzontalizzare il conflitto per creare nicchie settoriali che sono perennemente in lotta tra di loro. Omosessuali contro eterosessuali, vegani contro carnivori, uomini contro donne. Il capitalismo moderno, quindi, non ha davvero a cuore i veri diritti delle persone omosessuali, ma vuole distruggere la famiglia come la si intende tradizionalmente e distruggere il concetto di lotta di classe dal basso verso l’alto, creando lotte orizzontali. In questo campo c’è da prendere consapevolezza il ruolo delle moderne sinistra, non più rosse ma fucsia, che non si occupano più del quarto stato».