GANCIA (LEGA): SULLA LOTTA AL VIRUS SI PASSI DALLA SOVRA-ESPOSIZIONE ALLA SOVRA-PREVENZIONE

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GANCIA (LEGA): “SULLA LOTTA AL VIRUS SI PASSI DALLA SOVRA-ESPOSIZIONE ALLA SOVRA-PREVENZIONE CON UN PIANO COMUNE EUROPEO ESTESO ANCHE AI PAESI PIÙ DIRETTAMENTE COLLEGATI A NOI”

“Lo stanziamento da 230 milioni di euro, deciso dalla Commissione di Bruxelles per sostenere interventi immediati di contrasto e contenimento del contagio da coronavirus nel territorio continentale, rappresenta un passo finalmente importante per arrivare senza ulteriori indugi o ritardi a una strategia europea coordinata contro la nuova minaccia sanitaria. Dobbiamo passare dalla sovra-esposizione alla sovra-prevenzione, agendo in maniera univoca anche nei confronti dei Paesi al di fuori del perimetro dell’Unione, ma a noi più direttamente collegati per ragioni geo-economiche, innalzando negli stessi il livello dei controlli, delle cautele e della tempestività nella risposta all’emergenza in atto”.
La parlamentare europea della Lega Gianna Gancia, eletta nella circoscrizione dell’Italia del NordOvest, ha affidato a due proprie interrogazioni, depositate a Strasburgo lo scorso 22 febbraio, un pacchetto di proposte volte a promuovere una riunione eccezionale del Consiglio d’Europa, per la predisposizione di un piano di azione di competenza comunitaria, e a costituire un fondo che permetta una politica di sovra-prevenzione anche a beneficio delle capacità di risposta clinica, diagnostica, curativa e di monitoraggio nei Paesi non appartenenti alla UE ma a essa collegati da fattori di vicinato geografico e di storiche relazioni umanitarie, sociali, commerciali.
“”La politica di sovra-esposizione di singoli Stati, ove non coordinata oppure a carattere provocatorio come il blocco ferroviario deciso e poi ritirato dall’Austria verso l’Italia – prosegue Gancia – rischia di disperdere la propria efficacia e prontezza, e di alimentare situazioni di panico collettivo nella buona fede delle persone coinvolte. Occorre agire su tre fronti: il contenimento e l’arretramento del contagio nei singoli territori in area sia UE che fuori UE, la ricerca medica farmaceutica e vaccinale favorendo la mobilità europea dei ricercatori e la reciproca condivisione delle loro attività, e non da ultimo il contenimento degli effetti negativi sull’economia reale e su interi settori produttivi con idonei strumenti di assicurazione e garanzia”.
“Affinché il New Green Deal possa essere efficace oltre gli enunciati, occorre che a esso si affianchi un NEW HEALTH DEAL, un nuovo ciclo di svolta negli investimenti e nelle iniziative a sostegno della Salute, ripensando nel merito gli attuali vincoli della finanza pubblica in modo che siano premiati e non più come oggi tagliati, gli interventi nel settore della Sanità, tagli non più compatibili con gli scenari dell’esigenza di contrastare nel breve e superare nel medio-lungo gli allarmi virali in corso”.
Infine il ricordo, l’omaggio e la solidarietà verso chi, sul piano personale e familiare, è in lotta contro il contagio:
“Condivido il dolore delle famiglie delle vittime e il fortissimo disagio delle comunità costrette alla quarantena nelle zone individuate finora come focolai del contagio da coronavirus. Proprio nel loro nome occorre fin da ora trovare e percorrere una strada che porti al traguardo della vittoria definitiva del buon senso e della ricerca medico-scientifica contro una piaga che ci troviamo a dover subire da Cittadini italiani ed europei.
Per questo ho presentato d’urgenza le due precise interrogazioni parlamentari all’Assemblea di Strasburgo per sollecitare misure di sovra-prevenzione diffusa che mettano Stati, Regioni e territori in condizione di fronteggiare i picchi di richiesta di aiuto a livello di sanità ambulatoriale, territoriale e ospedaliera. La creazione di una simile iniziativa comporta anzitutto il superamento, o quanto meno la sospensione in attesa di una loro revisione strutturale, degli attuali vincoli di finanza pubblica che, applicati oggi anche alla Sanità, non rendono possibili attività capillari di contenimento e di sensibilizzazione sul rischio di infezione o contagio. Anche perché la scommessa finale, a emergenza virale una volta rientrata speriamo al più presto, è far sì che gli accorgimenti e le condotte precauzionali personali introdotte, entrino a far parte di un modello comportamentale strutturale”.