Gasparri: Toti lasci stare la rivoluzione d’ottobre, Berlusconi merita più rispetto

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Senatore Gasparri, Berlusconi oggi è andato giù duro. In una intervista al Giornale ha bollato seccamente la kermesse del Brancaccio come «pletorica e superata» e ha avvertito Toti che in Forza Italia «non c’è spazio per il correntismo». Chi si aspettava un Cavaliere remissivo ha sbagliato i suoi conti? Dall’altra parte del telefono il parlamentare azzurro sorride sornione: «Quando ho tempo la leggerò, però vede conosco il pensiero delle persone in anticipo e questa dote a volte mi permette di leggere con un po’ ritardo quello che dicono. E quello che dicono in pubblico è spesso una forma attenuta rispetto a quello che dicono in privato». E un bel montante si abbatte sul faccione del governatore ligure. Insomma, Giovanni Toti che al teatro romano era entrato in scena sulle note di “Don’t stop me now” dei Queen (“Non mi fermate adesso”), forse non verrà fermato. Ma la sua corsa comincia ad apparire sempre è più una traversata nel deserto. E non è detto che alla fine del cammino ci sia un’oasi per confortarlo delle fatiche. Gasparri è in vena di stoccate e dopo la ovvia stroncatura dei Cinque stelle sulla mondezza romana, ma più in generale sulla loro «inconsistenza, ignoranza e abiezione politica e morale», prende la mira e una sferzata la riserva pure a Matteo Salvini: «In questo momento in Italia prendi una montagna si like sui social se ti fai un selfie mentre mangi la pizza piuttosto che se esprimi un concetto politico. Eppure verrà un tempo in cui la gente si renderà conto che non basta urlare sui social ma bisogna saper governare».

Gasparri, al Brancaccio Toti ha evocato la rivoluzione d’ottobre. A lei questi riferimenti al marxismo leninismo sono piaciuti? Anche perché la rivoluzione d’ottobre fa pensare che ci sia un Nicola II-Berlusconi da togliere di torno. Più con le cattive che con le buone.

«Il linguaggio e le allegorie mi sembrano inopportuni, lo dico anche con una punta di ironia. Si è passati dalle citazioni di Mao, tritata e ritrita, “bombardare il quartiere generale”, alla evocazione della rivoluzione d’ottobre di stampo leninista. Forse sarebbe meglio avere altri riferimenti culturali: poteva citare Churchill, Prezzolini, Machiavelli, Einaudi. La cultura occidentale offre tanti autori e riferimenti. Ma tant’è. La terminologia è desueta e dimostra una sorta di complesso di inferiorità: devo citare Mao Zedong e Lenin, perché così sono politicamente corretto. Comunque tutto ciò che si muove è positivo».

Beh, se è per questo di cose in movimento ve ne sono parecchie. Pochi giorni fa Berlusconi ha nominato due coordinatori, Toti e Mara Carfagna, ha incontrato i coordinatori regionali. Eppure il clima è, se vogliamo, più incandescente di prima.

«Io sono un militante, un esponente e un dirigente, se si vuole, di questo partito. Mi aspetto da chi ha avuto questo incarico da Berlusconi iniziative per rilanciare Forza Italia. Perché è verissimo e innegabile che siamo in difficoltà. Alle ultime europee abbiamo preso pochissimi voti, abbiamo toccato la punta minima nella lunga storia di Forza Italia e bisogna fare qualcosa per riprendere il cammino e rilanciare la presenza del partito. Anche perché il governo ogni giorno che passa mostra le sue crepe, le difficoltà e le contraddizioni che lo attraversano. Guardi il tema dell’immigrazione. Salvini ha fatto il pieno di voti sull’immigrazione e qui ogni giorno che passa c’è uno nave delle Ong che attracca nei nostri porti. Voglio dire che anche sul tema che ha consentito alla Lega di salire oltre al 30 per cento si sta dimostrando che un conto sono le parole un conto sono i fatti. Quindi chi ha l’incarico di coordinatore, mi scusi il bisticcio, coordini. Se poi invece deve solo pensare ad un suo ruolo personale… E in ogni caso ci vuole più rispetto nei confronti di Berlusconi, al quale tutti dobbiamo molto. Anzi, alcuni devono tut-to a Berlusconi».

E tra questi tutti c’è Toti giusto?

«Basta fare una analisi. Quando io ho conosciuto Berlusconi ero un giovanissimo deputato già eletto in precedenza. Ovviamente i miei ruoli politici più importanti, di ministro, di capogruppo li ho avuti grazie alla fase berlusconiana. Sono uno che deve molto a Berlusconi. Se Toti ed altri gli devono tutto? Basta che uno osservi le cose. Comunque il rispetto lo dobbiamo tutti, alcuni lo dovrebbero esprimere in forma rafforzata e, invece, non mi pare avvenga sempre».

Se alla fine Toti non rompe con Forza Italia cosa farà, si acconcerà a fare una sua corrente del nord?

«Guardi, ho vissuto varie stagioni politiche, in Alleanza nazionale ho fondato e costituito correnti, le ho guidate. So come si fa. Bisogna avere una idea di leadership ed un progetto politico, sennò una corrente che voglia solo dei posti generalmente ha una navigazione breve e difficile. Se Toti vuol stare in Forza Italia lo considero un fatto positivo. Se ritiene di non voler stare più in FI, se vuole esprimere una sua politica, una sua leadership, lo faccia . Ma intanto oggi è coordinatore e dovrebbe definire insieme agli altri esponenti di vertice del partito, in primis Mara Carfagna, quali politiche dobbiamo fare domani mattina di fronte agli sbarchi che continuano, alle tasse che non calano, all’Europa che avvia una nuova fase.

Berlusconi sostiene che il rinnovamento è già avviato è che il percorso è stato condiviso da tutti e dallo stesso Toti. Come dire strappi ulteriori non saranno ammessi.

«Berlusconi ha ben presente e auspica un rinnovamento del partito, rinnovamento che è stato avviato con una fase nuova già all’indomani delle elezioni politiche che hanno visto diverse novità. Ma deve essere chiaro a tutti che è sulla politica che saremo giudicati, sulle grandi questioni che interessano il paese e gli italiani. Dopo l’appuntamento del Brancaccio mi pare in ogni caso che sia stato derubricato il rischio della scissione. Meglio così. Il percorso prossimo venturo dipende da molte cose: se ci sarà il congresso e quali saranno le regole. Cosa vorrà fare Toti lo deciderà Toti. Martedì ci sarà una importante Tavolo sulle regole. Bisogna discutere se fare un congresso con gli iscritti o un congresso con le primarie aperte ai cittadini, e, nel caso, capire con quali modalità. Quello che mi auguro è che di queste questioni si possa discutere in un consesso più ampio di partito».

Sulla questione primarie Toti ieri ha precisato che quelle a cui pensa non sono primarie di Forza Italia ma aperte a tutti. Fare le primarie del centrodestra in questo momento che senso ha?

«Non vorrei essere didascalico ma forse è bene ricordare i vari passaggi delle ultime settimane. Il presidente di Forza Italia ha nominato due coordinatori, è stato convocato per martedì un Tavolo sulle regole che deve essere necessariamente allargato. Queste cose riguardano Forza Italia, le primarie de centrodestra sono un’altra cosa, sono una consultazione immaginata per indicare la candidatura alla presidenza del Consiglio in caso di elezioni. Come Berlusconi ha sempre detto premier del centrodestra è il leader del partito più votato, che allo stato attuale, piaccio o non piaccia, è Matteo Salvini. Allora mi chiedo a che scopo fare le primarie, e volerle pure in tutta fretta, se il risultato lo sappiano già? Dopo di ché faccio notare che ancora non sappiano se ci saranno elezioni a breve e quanto a breve».

di Giampiero Cazzato