GENOCIDIO PMI, I DATI DI CONFCOMMERCIO CONVERGENTI CON QUELLI DI CONFEDES

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GENOCIDIO PMI, I DATI DI CONFCOMMERCIO CONVERGENTI CON QUELLI DI CONFEDES: CON UNA MEDIA DI 300.000 EURO A PARTITA IVA, UTILIZZANDO IN TALE MANIERA GLI STESSI IMPORTI TOTALI, AVREMMO SALVATO LE 305.000 IMPRESE FLAGELLATE DAL COVID E I RELATIVI OCCUPATI

IVANO TONOLI PRESIDENTE DI CONFEDES: I NOSTRI CALCOLI ERANO CORRETTI, MA CONTE E GUALTIERI HANNO STECCATO GLI INTERVENTI ACCECATI DALLA LORO PROSOPOPEA ARROGANTE E LENINISTA. ALLE POLITICHE DELLA SUSSIDIARIETÀ SI SONO PREFERITE QUELLE DEI SUSSIDI

LE RILEVAZIONI RIBADISCONO LA CORRETTEZZA DELLE LUNGIMIRANTI PROPOSTE DI BEPPE GHISOLFI: UN MIX TRA GARANZIE REALI E FONDO PERDUTO FIN DA MARZO AVREBBE SALVATO IL NOSTRO TESSUTO ECONOMICO AZIENDALE DIFFUSO, COME IN GERMANIA, EVITANDO CHE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI SERRANDE SI ABBASSASSERO PER SEMPRE

Non ci si venga a dire che avevamo sbagliato i calcoli: con i 100 miliardi complessivamente spesi dal governo Conte Gualtieri da marzo a oggi – 155 calcolando l’impatto delle garanzie al Medio credito centrale che sono state il solo strumento funzionante perché hanno permesso il coinvolgimento delle banche – si sarebbero potuti in media erogare 300.000 euro a ciascuna delle 305.000 aziende nette falcidiate dal covid, e in più sarebbero avanzati 10 miliardi per stabilizzare i bonus 110% e industria 4.0, i soli che stiano producendo effetti su ampia scala sistemica.

Invece, alle politiche per la sussidiarietà si sono preferite quelle per i sussidi, che hanno dilapidato la stessa cifra traducendola in importi unitariamente insufficienti anche soltanto per poter sopravvivere personalmente e familiarmente.

La CONFEDES confederazione datoriale e sindacale e il partito Unione Cattolica sono assolutamente solidali e a fianco di Confcommercio. Le loro rilevazioni coincidono perfettamente con le nostre previsioni, che a propria volta erano un recepimento di quanto racchiuso nel nostro libro programma CATTOLICI UNITI PER BENEDIRE UN’ITALIA NUOVA e delle proposte che fin dallo scorso mese di marzo erano state formulate dall’amico Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi sulla necessità che a un chiaro e trasparente sistema di garanzie pubbliche reali, a favore di nuovi e maggiori affidamenti bancari agevolati, si affiancassero sistemi non parcellizzati di aiuti a fondo perduto.
Aiuti che unitariamente avevamo indicato in 300.000 euro per ciascuna delle 305.000 partite Iva venute meno nei mesi della pandemia di origine cinese.

Adesso non ci troveremmo a dover piangere questo genocidio economico che dal 2 gennaio diventerà anche fiscale.