Geotermia, vittoria dei Comuni toscani: tornano gli incentivi

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In riferimento al tema del sostegno alle fonti rinnovabili innovative, si è svolto a Roma, il 19 luglio, l’incontro con il sottosegretario dello Sviluppo economico, Davide Crippa, che ha dato conferma al fatto che la geotermia potrà essere incentivata all’interno dello schema di decreto Fer2. L’assessore regionale all’Ambiente, Federica Fratoni, presente tra gli altri alla kermesse, ha spiegato che verrà a questo proposito “assunta la legge regionale della Toscana come punto di riferimento, soprattutto per quanto riguarda i parametri ambientali e i limiti delle emissioni che garantiscono l’adozione delle migliori tecnologie disponibili”. “Registro con favore – ha aggiunto l’assessore – l’apertura fatta dal sottosegretario Crippa, che riconosce la proposta della Toscana come uno strumento concreto e di prospettiva. Adesso proseguirà l’impegno della Regione, insieme ai Comuni, per garantire uno sviluppo sostenibile e la piena occupazione, realizzare gli investimenti necessari ai rifacimenti delle centrali in un’ottica di miglioramento ambientale”.

Anci Toscana, con il presidente Matteo Biffoni, si era da tempo mobilitata dando voce ai 16 Comuni geotermici del territorio: Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Castelnuovo Val di Cecina, Chiusdino, Montecatini Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Piancastagnaio, Pomarance, Radicofani, Radicondoli, Roccalbegna, San Casciano dei Bagni, Santa Fiora. Escludere la geotermia dalla linea di finanziamento del Governo avrebbe avuto ricadute pesantissime sull’area interessata e sull’occupazione; l’impegno condiviso deve essere ora quello di sfruttare le risorse geotermiche con il massimo rispetto della mitigazione dell’impatto ambientale, così come prevede la legge regionale.

Nel nostro Paese l’industria geotermoelettrica è presente soltanto in Toscana. Iniziata come attività del monopolista Enel, al quale sono state rilasciate, nel tempo, da parte del Ministero dello Sviluppo economico, otto concessioni alla coltivazione della geotermia per la produzione di energia elettrica, interessa sedici Comuni toscani, distribuiti tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. La geotermia è la forma d’energia dovuta al calore contenuto all’interno della sfera terrestre. Tale calore si manifesta con l’aumento progressivo della temperatura delle rocce con la profondità, secondo un gradiente geotermico, in media, di 3°C ogni 100 metri di profondità. Alcune zone presentano gradienti più alti della media (9°-12°C ogni 100 metri), a causa di anomalie geologiche o vulcaniche.

L’energia termica accumulata nel sottosuolo è resa disponibile tramite vettori fluidi (acqua o vapore), naturali o iniettati, che fluiscono dal serbatoio geotermico alla superficie spontaneamente (geyser, soffioni, sorgenti termali) o erogati artificialmente tramite perforazione meccanica (pozzo geotermico). In Italia esistono due principali aree geotermiche in sfruttamento ad alta entalpia: Larderello-Travale/Radicondoli e Monte Amiata, entrambe posizionate nella Toscana meridionale.

I serbatoi geotermici utilizzati nelle aree di Larderello-Travale Radicondoli e del Monte Amiata sono due: un serbatoio superficiale all’interno di livelli cataclastici delle rocce carbonatiche-evaporitiche delle unità Toscane il quale produce un vapore surriscaldato, ed un serbatoio più profondo, molto più esteso, caratterizzato da un sistema di rocce metamorfiche fratturate posto ad una profondità maggiore di 2 chilometri. All’interno del serbatoio profondo del campo di Larderello-Travale Radicondoli a vapore-dominante (mentre nell’area dell’Amiata è ad acqua dominante) si riscontrano valori di 20 MPa e 300-350°C a 3 chilometri.

La nuova legge sulla geotermia della Regione Toscana va a disciplinare le modalità di assegnazione delle concessioni e l’autorizzazione degli impianti, nonché le modalità d’impiego delle risorse che derivano dall’attività stessa. Tra le novità introdotte sono presenti alcuni prerequisiti necessari all’autorizzazione a nuovi impianti, tra cui l’obbligo di impiegare le migliori tecnologie e modalità di gestione disponibili. La nuova legge richiede l’implementazione di un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria e del funzionamento degli impianti che vanno correttamente inseriti nel paesaggio. La Regione vuole inoltre garantire il massimo utilizzo possibile dell’energia residua, assicurandone l’impiego di almeno il 50 per cento di quanta prodotta annualmente, nonché dell’anidride carbonica emessa, in una percentuale pari ad almeno il 10 per cento. In Toscana, secondo gli ultimi dati, la geotermia soddisfa più del 30% del fabbisogno elettrico regionale, mentre a livello nazionale è in grado di coprire il 2% circa dei consumi del Paese.