Ghisolfi e quella volta che in Vaticano il Papa ha “Benedetto” le piccole banche

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Il Banchiere scrittore nel proprio best sellers numero 5 narra il significativo episodio dell’udienza dal Santo Padre Ratzinger “Visto da vicino”

Quella volta che in Vaticano il Papa ha “Benedetto” gli Istituti di credito locali. In ogni senso, perché fu Sua Santità Benedetto XVI, ossia Papa Ratzinger “Visto da vicino”, a pronunciare le seguenti parole: “Le piccole banche sono quelle più vicine ai bisogni della gente”. Davanti a lui, il Banchiere Beppe Ghisolfi, all’epoca Presidente della Cassa di Risparmio di Fossano SpA e Consigliere esecutivo di ABI (Associazione Bancaria Italiana), che era stato convocato nella Santa Sede in occasione della settimanale udienza del mercoledì di qualche anno fa.

Il molto significativo episodio è narrato nel best sellers numero 5 scritto da Ghisolfi, ed edito nuovamente da Nino Aragno, che racconta le 75 più importanti persone e personalità “Viste da Vicino” dall’Autore in oltre 40 anni di attività pubblica fra direzione di Telecupole e incarichi di vertice nel settore creditizio prima locale e poi via via nazionale, europeo e oggi mondiale.

“Grazie a un amico molto influente riuscii a incontrare il Papa dopo l’udienza pubblica del mercoledì – ricorda Ghisolfi – (…) Per la foto non c’era problema. C’è un professionista che vi provvede e non pare opportuno tentare un selfie con il Papa. Ovviamente rispettai le regole. Aggiunsi dopo le mie generalità che ero Presidente della Cassa di Risparmio di Fossano”.

Qui scatta il colpo di scena. “Il Santo Padre mi sorrise amorevolmente e mi disse: “Le piccole banche sono quelle più vicine ai bisogni della gente”. Rimase senza parole, lasciai un piccolo dono che avevo portato con me e me ne andai contento”, scrive Ghisolfi nel capitolo dedicato al Papa, aggiungendo: “Appena solo chiamai Andrea D’Ortenzio all’Ansa e gli riferii la frase. Lui se la fece ripetere tre volte perché ovviamente non voleva attribuire al Papa una dichiarazione senza averne la certezza. “Ho un figlio di pochi mesi – mi disse – non vorrei rischiare il licenziamento”. Le parole erano quelle”.

La notizia uscì su tutti i media e ancora oggi la si trova su internet.

Un episodio che ha scandito e qualificato anche i successivi passi e avvenimenti della vita e della carriera dell’Autore Ghisolfi, il cui infaticabile impegno a favore dell’educazione finanziaria trova una serie di riferimenti di assoluta importanza proprio nella produzione letteraria e dottrinale dei Pontefici dalla fine dell’800 e sino ai giorni nostri. A parlare di “educazione al risparmio” fu per la prima volta Papa Leone XIII nella propria Enciclica Sociale “Rerum Novarum” (Vento di novità) nel 1891, laddove egli sosteneva che la questione sociale dovesse risolversi in una opportuna politica dei redditi, dei prezzi e salariale in grado di mettere il lavoratore, dipendente e autonomo, in condizione di trarre il giusto corrispettivo dalla propria attività e di dedicare una parte di esso al risparmio per l’acquisto della proprietà privata e per l’assicurazione delle necessità di lungo periodo della propria famiglia. L’importanza dell’educazione finanziaria e dei consumatori, intesi come risparmiatori, ricorre anche nelle successive Encicliche che formano la cosiddetta Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, e su di esse si soffermano nei propri scritti i Pontefici Giovanni Paolo II, Benedetto XVI appunto e il suo successore Papa Francesco.