Ghisolfi, il tocco di classe made in Italy per l’educazione finanziaria europea

0
66

Il rappresentante italiano nel Gruppo europeo e mondiale delle Casse di Risparmio intervistato sul sito internet delle due grandi Associazioni: “L’alfabetizzazione economica è uno strumento non per aspirare alla ricchezza, ma prima di tutto per difendere se stessi e i propri risparmi dalle crisi e dagli shock globali, investendo in prodotti e servizi tracciabili a sostegno di una ripresa e uno sviluppo reali”

https://www.wsbi-esbg.org/press/latest-news/Pages/Financial-education-with-Italian-touch.aspx

L’educazione finanziaria continentale assume, anzi consolida un tocco di classe made in Italy con l’opera editoriale e divulgativa di Beppe Ghisolfi, il cui lavoro più che decennale riflette la strategia in atto presso i due Gruppi, europeo e mondiale, delle Casse di Risparmio, nei quali il Banchiere e scrittore di origine fossanese è il rappresentante dell’Italia nei rispettivi Consigli direttivi (Vicepresidente e tesoriere in quello per l’Europa).
Il sito internet istituzionale delle due grandi Associazioni di categoria con sede a Bruxelles, a tutti gli effetti di diritto e di fatto interlocutori e organi consultivi dell’Unione Europea – Commissione e Parlamento – per le questioni connesse al legislazione bancaria sovranazionale e alla trasparenza dei mercati dei capitali, ha realizzato in lingua inglese una intervista nella quale lo stesso Ghisolfi ribadisce una serie di concetti portanti: il primo, e centrale, è che l’educazione e l’alfabetizzazione economica non è uno strumento per aspirare all’arricchimento monetario, è semmai un salvagente per mettere al riparo se stessi e i propri risparmi, piccoli o grandi che siano, al ripari da shock o tracolli globali imprevisti o imprevedibili come quelli in corso in pressoché tutti i settori; una scialuppa per traghettare verso soluzioni di investimento che prediligano la sottoscrizione di prodotti e di servizi tracciabili a tutto favore della ripresa e della ripartenza di attività aziendali e lavorative reali.
L’educazione finanziaria è una sfida non solo per il Cittadino, sia esso capofamiglia o imprenditore (due categorie spesso coincidenti in Italia), ma anche per chi opera nelle Istituzioni pubbliche, perché la reciproca fiducia fra queste due parti aiuta a canalizzare quote importanti del risparmio nazionale a sostegno del mercato interno del Paese. Un esempio? Nel corso della quarantena, tra marzo e giugno, le famiglie titolari di redditi fissi hanno accantonato sui rispettivi conti bancari una somma totale pari a 34 miliardi di euro, una cifra equivalente al famoso MES che l’Italia dovrebbe prendere in prestito dalla UE per sostenere le spese dirette e indirette nella Sanità; se il Governo fosse in grado di ottenere credito fiduciario presso queste categorie non penalizzate dalla crisi da covid, ecco che potrebbe proporre con successo la sottoscrizione di titoli sovrani finalizzati, senza dover dipendere in forma eccessiva dai mercati internazionali. Come sempre spiegato da Ghisolfi: se non ci si occupa della finanza, è questa a occuparsi del privato così come dello Stato, in termini di minori opportunità a disposizione del primo così come del secondo.