Giachetti: “Siamo ancora in democrazia: l’opposizione può non dire sì”

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«Basta parlare di unità nazionale a vanvera: l’emergenza non può diventare l’alibi per indebolire il processo democratico e il rapporto tra governo e parlamento». Roberto Giachetti, parlamentare di Italia Viva e presidente della Giunta per le elezioni, non si unisce agli appelli retorici all’unione delle forze, e richiama le opposizioni ma anche la maggioranza alle proprie responsabilità.

Onorevole Giachetti, non è importante secondo lei la massima condivisione delle risposte alla pandemia?
«Proprio perché è importante, anzi fondamentale, non può e non deve essere usata come artificio all’italiana: dall’opposizione per piantare bandierine propagandistiche, ma neppure dal governo per pretendere che venga detto solo signorsì ai suoi provvedimenti o considerare un atto di lesa maestà ogni critica alle sue mosse».

Cosa andrebbe fatto, quindi?
«Gli assi portanti del sistema democratico devono funzionare appieno, a cominciare dal Parlamento: basta dibattiti surreali su Camere aperte o chiuse. Vi pare che con gli spazi a disposizione, le tecnologie e lo staff che abbiamo non siamo in grado di lavorare con tutte le garanzie, ma a pieno ritmo?».

Per fare che, varare a scatola chiusa i decreti del governo?
«No: è evidente che l’uso dei decreti è più che giustificato, di fronte a questa emergenza gigantesca. Ma poi quei decreti devono diventare misure più condivise possibile dalla cittadinanza cui si applicano, e per renderle tali serve il massimo di condivisione anche nel processo politico».

Quindi?
«Quindi maggioranza e opposizione disarmino bilateralmente, accantonino le polemiche strumentali, si siedano ad un tavolo e trovino i compromessi migliori sulle scelte da fare. Noto una gran differenza di toni tra Berlusconi, che critica nel merito e Salvini che arma una repellente e strumentale campagna di odio contro i detenuti, quando sa benissimo che le carceri stanno esplodendo e che le misure del ministero della Giustizia non servono quasi a nulla, e certo non a “svuotare” le galere. Ma è inaccettabile anche che il governo pensi che l’unico ruolo dell’opposizione sia quello di ascoltare le sue proposte e accettarle perché c’è l’emergenza».

Faccia degli esempi.
«Molti, sia nella maggioranza che nell’opposizione, dicono che bisogna fare di più e di meglio per le partite Iva e gli autonomi. Se c’è una buona volontà comune sul punto, perché non migliorarlo immediatamente in Parlamento invece di aspettare il prossimo decreto, come suggerisce il governo? L’esecutivo ha il peso di dover prendere decisioni in fretta davanti ad un’emergenza epocale: ci sta che si possano commettere errori e sottovalutazioni, e non è lesa maestà farlo notare e chiedere correzioni. A patto che l’opposizione eviti strumentali speculazioni propagandistiche per quattro voti, e che il governo pensi alla qualità e condivisione delle risposte da dare più che ai sondaggi di popolarità del premier».