Gianni Berengo Gardin, Roma

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Fin dagli inizi della sua lunga carriera, iniziata a metà degli anni Cinquanta, la macchina fotografica di Gianni Berengo Gardin ha descritto soprattutto l’Italia, mostrandola in tutti i suoi aspetti e nelle pieghe della sua cultura, con una esplicita volontà di documentazione da lui considerata il vero DNA della fotografia.

Tessere di un unico grande mosaico, le sue immagini non si limitano a cogliere l’attimo ma compongono a loro volta vere e proprie storie, osservando lo scorrere della vita e svelando il continuo evolversi della società del nostro Paese.

Fotografata in più occasioni con il consueto sguardo lucido e la pacata precisione, la Capitale d’Italia è il tema centrale della nuova mostra dedicata al fotografo e ospitata nel Casale di Santa Maria Nova, uno dei tesori dell’Appia Antica. Semplici e potenti, rigorose nel gioco di geometrie e chiaroscuri, le fotografie raccontano in modo attento e mai banale la storia, la sublime bellezza, le contraddizioni e le cicatrici di Roma dal secondo dopoguerra a oggi.

Con umanità, tenerezza, malinconia e profonda poesia, l’obiettivo della sua macchina fotografica si posa su dettagli, gesti e sguardi: immagini concrete e reali immortalate su pellicola che dipingono in 75 scatti, alcuni dei quali inediti, quadri di quotidiana semplicità da cui emerge tutto il fascino della città, con quel fatalismo cinico e divertito e la burbera franchezza di chi la abita. Un viaggio denso di emozioni tra persone, monumenti storici e periferie, senza filtri e senza giudizi, ma per conoscere, capire, passare il testimone.

Foto: Electa – “Roma, 1973” © Gianni Berengo Gardin – Fondazione Forma per la Fotografia Milano