Giovanni Arpino

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Lo scrittore, nato a Pola, visse per un certo periodo a Bra, prima di trasferirsi a Torino. Proprio in questa città c’è ancora il bar-pasticceria Arpino, per anni gestito dal fratello. Con “L’ombra delle colline” vinse il premio Strega. Grande appassionato di calcio seguì per la Stampa i mondiali in Argentina. Bra era la città di origine della mamma e della moglie Caterina Brero. Decisi un giorno di andarlo ad intervi­stare nella sua bella villa di Torino in uno dei quartier più lussuosi. Prima della registrazione conversam­mo un’ora del più e del meno e di Salgari (che io pronunciavo con l’accento sulla prima “a”) perché stava per uscire il suo libro “Emilio Salgari. Il padre degli eroi”. In tutta la chiacchierata Arpino non mi fece alcun appunto sulla pronuncia ma appena si accese la telecamera mi corres­se con un ghigno beffardo spostando l’ac­cento sulla seconda “a”. E non poteva dirmelo prima?
Questo era il personaggio. Io gli pro­muovevo il libro e lui faceva lo spiritoso. Ovviamente nel montaggio eliminai la prima domanda e la sua scortese risposta, anche perché sulla pronuncia di Salgari ci sono due scuole di pensiero. L’accento sulle due “a” si sposta come gli umori. Tra i suoi meriti quello di aver presen­tato il giovane Marco Travaglio al suo grande amico Indro Montanelli.