Giuseppe Civati: “Ecco il manifesto del governo del cambiamento climatico”

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Che sia governo tecnico o tattico, politico o antipolitico, balneare o montano, di scopo o di mezzo, di lunga durata o di corto respiro, di riffa o di raffa, noi abbiamo pronta una cartellina verde, nella quale mettiamo le nostre proposte che trattano i temi dei quali bisogna smettere di non parlare e che il prossimo governo non potrà in nessun modo evitare di trattare. Un governo della cultura, della scienza, della competenza. La «sala verde» permanente di confronto sulle soluzioni e gli investimenti. Un grande dibattito pubblico, a più livelli. Punti essenziali, obiettivi ambiziosi, una missione collettiva. Una conversione ecologica che è anche politica industriale. Un punto di PIL e una strategia – pubblica, per prima cosa – sull’efficienza energetica, un investimento che dà lavoro e riduce la bolletta. Promozione di comunità e cooperative energetiche. La grande foresta, per assorbire CO2 e mettere in sicurezza il nostro suolo e le nostre comunità. Università e Ricerca pubblica, per diventare il paese verde. Diffusione della Citizen Science. Mobilità elettrica, sostituzione del parco auto pubbliche, trasporto integrato con il global pass alla tedesca. Tutela delle risorse naturali, dell’acqua e del suolo, perché si smetta di sfruttare la Terra. Economia circolare e raccolta differenziata in tutto il paese.

Via dal Carbone
La Strategia Energetica Nazionale e il piano per l’energia e il clima devono prevedere l’anticipazione del phase-out del carbone al 2023 e il rapido passaggio a centrali solari fotovoltaiche a concentrazione, incentivazione di mini-fotovoltaico e mini-eolico civile con possibilità di realizzazione di reti di scambio. In funzione delle previsioni relative alla riduzione dei ghiacciai, devono essere previste azioni conseguenti alle ricadute sulla produzione di energia idroelettrica. Devono essere definiti e avviati piani per la progressiva riduzione dell’uso del gas metano a partire dal 2040. Insistere sulla questione dell’efficienza energetica e la riduzione degli sprechi.

Scambiamoci liberamente l’energia
Togliamo burocrazia alle rinnovabili: scambiamoci liberamente l’energia. Ci vuole una legge per promuovere la generazione distribuita di energia, oggi fortemente penalizzata da un quadro normativo obsoleto che perpetua un modello iper-centralizzato della distribuzione. La nuova norma deve semplificare la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica, anche per gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento. I sistemi di distribuzione chiusi devono essere qualificati come attività libera in modo da consentire la condivisione di energia fra gli edifici e all’interno degli edifici, sia di privati che di aziende. Al fine di facilitare la produzione autonoma dell’energia elettrica, l’esenzione del pagamento dell’accisa è estesa fino a tutti gli impianti con potenza non superiore a 50 kw.

Tetti pubblici fotovoltaici
Lo Stato può essere il primo attore di questa transizione facendo acquisire all’insieme degli edifici pubblici un certo grado di autonomia energetica, riducendo l’impatto sul lato degli acquisti di elettricità dalla rete. L’intento è quello di installare 0,5 Gw all’anno sui tetti degli edifici pubblici. La spesa prevista è pari 700 milioni ed è erogata tramite un fondo. La copertura è individuata dal medesimo Ministero dell’Ambiente nella revisione dei cosiddetti sussidi ambientali dannosi di cui al ‘Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli’, redatto annualmente dalla Direzione generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l’Unione Europea e gli organismi internazionali.