Grande mecenate, Presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri per innumerevoli anni, è il padre delle Fondazioni bancarie. Il ruolo di questi Enti, la loro normativa e soprattutto la difesa dell’autonomia dai vari assalti della politica sono stati i suoi cavalli di battaglia. Energico, deciso, ha sempre unito in sé competenza, onestà ed abilità. Avendo fatto politica la sua esperienza lo faceva primeggiare sugli altri componenti l’Associazione delle Fondazioni e delle Casse di risparmio. Non c’è santo che tenga. La scuola di partito (eccellente quella democristiana) rimane ancora oggi un valore difficilmente superabile. Uomo dal forte carattere non
tollerava interruzioni o interventi superficiali nei consigli di amministrazione, che stroncava, a volte, senza tanti complimenti.
Sono stato suo Vicepresidente e ho sempre ammirato, insieme al resto, la sua inesauribile capacità lavorativa. Quattro, cinque riunioni al giorno senza mai dare un segno di stanchezza. Non ha voluto, andandosene, nessuna presidenza onoraria né incarichi, tanto amati da suoi colleghi di ogni parte d’Italia. Durante la relazione ufficiale ad una Giornata del risparmio, che si celebra
ogni anno a fine ottobre a Roma in presenza di un numero considerevole di autorità, mi citò con ampi elogi per l’impegno a favore dell’educazione finanziaria. Ero nelle prime file e rimasi a bocca aperta. Né lui, né la sua fidata e bravissima Linda Di Bartolomeo, direttore delle relazioni esterne di Acri, mi avevano avvisato. Sicuramente, è un dato di fatto da tutti riconosciuto, le Fondazioni bancarie gli devono tutto. Lui ha dedicato loro una intera vita.