Giustizia, Giletti al contrattacco: «Le minacce non mi toccano. Tornerò a parlare di Bonafede»

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Si dice «molto amareggiato» a causa degli «insulti» e delle «minacce» che sta «ricevendo da troppo tempo». Adesso, però, la misura è colma e, fa sapere, «mi sono rotto le scatole». È un fiume in piena Massimo Giletti. Un fiume che non ha alcuna voglia di frenare la propria corsa. «Dico subito a chi mi minaccia – annuncia infatti dagli schermi de L’aria che tira – che domenica tornerò a parlare di questa storia». la storia è quella che vede opposti il procuratore Nino Di Matteo, oggi al Csm dopo aver condotto l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, e il ministro Bonafede.
Giletti: «Mi sono rotto le scatole»

Una storia che risale a due anni fa e che riguarda la nomina al vertice del Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, tornato d’attualità grazie ad alcune scarcerazioni eccellenti. Di Matteo dà una versione, Bonafede un altra. C’è chi dà ragione all’uno e chi all’altro. Per la maggior parte, invece, è solo un derby tra forcaioli. Ma per Giletti è solo uno scoop. Infatti, spiega: «Se uno come Di Matteo è “costretto” a intervenire in una trasmissione quando non ha parlato per due anni, credo per un senso delle istituzioni, ecco io credo che questo ponga un problema serio». Quanto a Bonafede, Giletti gli riconosce di «aver fatto atti importanti contro la mafia». Ma aggiunge: «Io faccio il mio mestiere di giornalista. E se un personaggio come Di Matteo chiede di intervenire in trasmissione, io ho l’obbligo di ascoltare».   fonte                                                                                                                                              https://www.secoloditalia.it/