Giusto e Ingiusto

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Il concetto di giustizia e di uguaglianza non appare così immediatamente applicabile all’umanità quanto invece a tutto il resto del regno naturale. Il trionfo della logica nello sviluppo di società, storia e culture.

Giusto e ingiusto.
Sono definizioni artificiose e valgono assolutamente nulla, non nel mondo reale quantomeno.
Tra gli animali il leone mangia la gazzella ritenendo di essere nel giusto diritto di farlo perché lui è il leone.
La gazzella d’altro canto ritiene di essere nel giusto affermando di avere il diritto di vivere come gazzella senza essere mangiata dal leone.
Entrambi ritengono di essere e sono nel giusto.
Resta il fatto che il leone continua a mangiarsi la gazzella ledendo, secondo lei, il suo giusto diritto a un’esistenza pacifica e prospera senza il pericolo di essere mangiata.
Ma gli uomini non sono animali. Gli uomini comunicano, pensano riflettono! O almeno dovrebbero farlo, lo potrebbero fare.
Gli uomini purtroppo non amano e non ricercano direttamente le soluzioni ai problemi che si presentano anzi, si crogiolano in loro, ne assaporano la presenza e la complessità, sono disposti a pagarne le conseguenze.
Ma… se… forse… potrebbe essere… chissà se… non riposano e soffrono, poco o tanto non importa, vivendo la presenza del problema.
A volte trovano la soluzione ma non riposano: cercano, riconoscono e affrontano un nuovo problema. L’importante è che ci sia un problema corrente del quale potersi lamentare.
Gli animali non lo fanno!
Il leone vede la gazzella, ha fame: è il problema. Ritiene giusto che debba e possa mangiare la gazzella, lei è la più debole dei due, è la preda. Si mette in caccia, cattura e mangia una gazzella. Poi riposa.
La gazzella vede il leone: il leone e la sua presenza sono il problema; ritiene che sia giusto vivere e sopravvivere, un sacrosanto diritto delle gazzelle: si raduna agli altri e quando è il caso fugge.
Non perde tempo a chiedersi se, dato il numero, non potrebbe essere possibile attaccare e sopraffare, forte del numero appunto, il leone. Quando si sente al sicuro, eliminato il problema, trovata la soluzione, si riposa.
Aristotele ha sviluppato il pensiero logico.
Postulando l’uguaglianza dei diritti di tutti gli uomini, essendo essi tutti uguali, tutti leoni o tutte gazzelle se vi pare, tutti figli di un Dio e di pari dignità cambiando il punto di vista, appare inequivocabilmente come sia necessario definire il concetto di giustizia.
Sviluppando tale concetto in un contesto tra pari, risulta evidente che tanto il leone quanto la gazzella godono degli stessi diritti fondamentali, definiti naturali: diritto alla vita diritto al benessere, diritto al cibo, alla sicurezza etc.
In un contesto di parità tanto il leone che la gazzella, umani, devono e non possono che ritenere limitati i loro diritti. Limitati dal vincolo del rispetto di quelli degli altri.
La violazione di questo rispetto fondamentale costituisce l’ingiustizia.
Qualcuno allora e tuttavia deve esercitare il controllo sul rispetto dei limiti, decidere dunque in tema di giustizia: la giustizia deve essere amministrata!
Chi amministra la giustizia non può essere certamente l’intera umanità contemporaneamente e non è ritenuta accettabile l’amministrazione da parte del singolo secondo il suo singolare punto di vista.
Devono dunque essere pochi individui delegati che devono separarsi e distinguersi mediante una etichetta: devono sottrarsi alla comunanza e separarsi dall’uguaglianza, altrimenti non potrebbero essere designati a farlo.
Sono uomini speciali con poteri delegati speciali, quindi uomini differenti.
Per rispettare e far rispettare l’uguaglianza occorre dunque creare disuguaglianza.
Perché esista la giustizia, in senso umano, deve allora necessariamente esistere l’ingiustizia.
Ne deriva un ulteriore paradosso: Giustizia e Ingiustizia devono essere definite ed amministrate dunque sono soggette al pensiero attuale e corrente circa l’interesse di una parte: quella che designa i giudici. In teoria la maggioranza.
Ciò che sia ritenuto giusto dalla maggioranza deve essere imposto come tale anche alla minoranza che la pensa diversamente mediante una piccola schiera di individui delegati, super partes, cioè diversi da entrambi.
Una società di individui differenti con interessi differenti e differenti motivazioni, definiti uguali, può esistere solo se qualcuno diviene, per definizione, oggetto o vittima di ingiustizia.
Ne deriva che il concetto di giustizia non è oggettivo ma soggettivo e anche relativo.
Relativo al tempo ed al contesto sociale e geografico, politico, economico.
Nascono per ogni popolo, per ogni società, per ogni situazione organizzata, la storia e la cultura nelle quali si inserisce a pieno titolo la tradizione: gli usi e i costumi.
Le gazzelle non insegneranno mai a nessuno che si possa mangiare qualcosa di diverso dall’erba, visti i gusti dei leoni.
Quale parte lo definisce il concetto di giustizia è chiaro: quella che designa i giudici rendendoli diversi.
Essa rappresenterà i leoni in un ben determinato contesto mentre gli altri saranno gazzelle: tutti dotati di diritti inalienabili e tutti differenti, ad affrontare problemi e necessità diverse e differenti.
Il leone continuerà a mangiarsi la gazzella ogni volta che avrà fame e la gazzella a tentare di sfuggire al suo “ingiusto” destino.
Come volevasi dimostrare, seguendo un ragionamento logico, la giustizia esiste!
È lei che deve gestire alla base e guidare, tutte le azioni dell’uomo paritetico.
L’applicazione della giustizia è la soluzione. L’ingiustizia rappresenta solo il problema da affrontare.
Tuttavia, la logica è l’arte di dimostrare una tesi mediante il ragionamento concatenato e dimostrarne quindi la validità delle conclusioni raggiunte ma partendo, purtroppo sempre, da presupposti indimostrati.
Ciò permette di dimostrare ogni e qualunque cosa si voglia, scegliendo i postulati di partenza del ragionamento e possibilmente decontestualizzandolo.
La logica permette, con grande soddisfazione, di persistere e permanere nell’incombenza del problema.
Un verbo descrive la situazione: arzigogolare! Perdersi in supposizioni e discorsi inutili.
L’osservazione e il ragionamento induttivo ed oggettivo, tipici della metodica scientifica, dimostrano invece che la Natura sorride della logica e afferma con estrema semplicità sempre e comunque il suo unico ed incontrastato, reale e concreto, senso della giustizia: il più forte sfrutta, a volte opprime, e infine si mangia, il più debole.
Tutto ciò fermo restando il sacrosanto, giusto diritto di entrambi, leoni o gazzelle, predatori o prede, di provare, difendersi o fuggire, mettendo in atto ogni possibile strategia.
Per concludere dunque, innaturalmente, grazie alla facoltà pur naturale, di cui gli uomini dispongono, forse, gli uomini non sono davvero animali ma esseri diversi cui si deve applicare un differente concetto di giustizia o così ritengono, almeno loro, che sia.
Sempre che non incontrino accidentalmente leoni animali sul proprio percorso.
Purtroppo, la giustizia, al di là di ogni logica, è una legge della natura a cui essi, siano pure ciò che desiderano essere, non possono sfuggire.
Secondo la Natura la giustizia non esiste e non ha significato mentre lo ha invece ed importante, il suo esatto opposto: l’ingiustizia, cioè l’assoluto non rispetto del concetto, esclusivamente umano, esclusivamente logico, esclusivamente utopico, di parità e uguaglianza; particolarmente se esso è riferito al cospetto di Dio.
Il concetto di Dio si contrappone al concetto di giustizia umana essendo Egli unico dispensatore amministratore e riferimento dello stesso concetto e dunque tutt’altro che un pari.
Davanti a Dio l’oppressore e l’oppresso godono entrambi, il leone e la gazzella, del privilegio di essere nel giusto e dei diritti che ne conseguono. Inoltre, quello di essere, ciascuno, relativamente più debole o più forte: di essere individui e diversi.
Purtroppo, il pensiero di Dio sulla Giustizia, quella che riguarda gli uomini, è indiretto e viene interpretato e spiegato agli uomini da altri uomini i quali per poterlo fare si devono escludere, togliere, dal gruppo dei pari differenziandosi dagli uguali; lo fanno astraendosi ed esentandosi, spesso, o diversificandone l’applicazione a loro stessi tra gli altri, di quella giustizia umana che, affermano, provenire concettualmente direttamente da Dio.
A sostenerlo in modo sia favorevole che contrario il ragionamento: per entrambi sempre assolutamente logico e razionale.
Ai leoni ed alle gazzelle, a tutto il regno animale e vegetale, a tutto ciò che vive o semplicemente esiste dunque, il messaggio sulla giustizia è invece espresso direttamente dal loro Creatore, senza alcun intermediario:
per ogni problema non crearne altri ma trova immediate, rapide, semplici e definitive soluzioni; sei nel giusto!