GLI SCIACALLI NON SI SMENTISCONO MAI

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Lo sciacallo ha colpito ancora. Neanche il tempo di piangere l’omicidio di un giovane ragazzo, Luca Sacchi, a Roma, che il solito “Capitano” Avvelenatore di Pozzi si è buttato a pesce sulla tragedia strumentalizzandola politicamente. Salvini, appena cinque minuti dopo il fatto, ha commentato e polemizzato con il Governo senza conoscere dinamiche e contesto della vicenda. Per questo è stato redarguito giustamente anche dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, uomo specchiato che da una vita combatte per la sicurezza dei cittadini italiani servendo e onorando le Istituzioni. Gabrielli ha detto giustamente che prima di commentare bisognerebbe perlomeno appurare i fatti.

Tra l’altro Salvini ha detto pure una inesattezza sui presunti tagli alla sicurezza. Non ci sono stati, anche perché il Governo Conte II – anche avesse voluto – non avrebbe fatto in tempo (la manovra economica deve ancora approvarla). Un fatto tecnico prima ancora che politico, di cui Salvini è bene a conoscenza. Lo stesso Salvini dimentica che quando lui era Ministro dell’Interno sono successi gravissimi (e noti) episodi di cronaca (dalla bambina di Napoli colpita da una pallottola in pieno centro e in pieno giorno, al carabiniere Mario Cerciello Rega ammazzato a Roma), ma nessuno (giustamente) si è azzardato a incolparlo di alcunché. L’unità delle Istituzioni, soprattutto in momenti così delicati, è sacra e andrebbe sempre salvaguardata.

Ma lo sciacallo non si ferma davanti a nulla. Neppure davanti a una tragedia. Nemmeno davanti alla morte e al lutto. Una spregiudicatezza che non conosce limiti. Ma non bisogna desistere: la rivoluzione oggi è la serietà.