Gli Usa approvano vaccino Johnson & Johnson. Draghi: bisogna accelerare

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La Food and Drugs Administration ha dato il via libera all’autorizzazione di emergenza per il vaccino monodose contro il coronavirus prodotto da Johnson & Johnson. Si tratta del terzo medicinale anti Covid approvato negli Stati Uniti dopo quelli sviluppati da Pfizer/BioNTech e Moderna. L’agenzia Usa ha constatato che il vaccino prodotto dalla compagnia statunitense è “altamente efficace nel prevenire le formi gravi di Covid-19, incluse quelle derivanti dalle nuove varianti”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso soddisfazione ma ha avvertito che la battaglia contro la pandemia è tutt’altro che finita. “Questa è una fantastica notizia per tutti gli americani, nonché uno sviluppo incoraggiante nei nostri sforzi per porre fine alla crisi”, ha dichiarato Biden in una nota, avvertendo però che “non possiamo abbassare la guardia ora o dare per scontato che la vittoria sia inevitabile”. Draghi chiede accelerazione In Italia sono oltre 4 milioni (4.222.695) le dosi di vaccino somministrate, e 1.391.019 di persone hanno ricevuto entrambe le dosi. A partire dall’inizio della campagna vaccinale (il 31 di dicembre) sono state distribuite 5.830.660 dosi di vaccino, di cui 4.537.260 Pfizer/BioNTech, 244.600 Moderna e 1.048.800 Astrazeneca. Nel dettaglio, le dosi sono state somministrate a 2.321.326 operatori sanitari, 723.295 unità di personale non sanitario, 396.057 ospiti di strutture residenziali, 579.039 over 80, 60.493 unità delle forze armate e 142.485 unità di personale scolastico. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiede un cambio di passo e un’accelerazione sui vaccini. Al suo debutto in Consiglio europeo ha ribadito che per “rallentare” la corsa delle mutazioni del virus occorre “aumentare le vaccinazioni” con una azione “coordinata” a livello europeo, “rapida e trasparente”, aprendo alla possibilità di dare “priorità” alle prime dosi, anche alla luce della recente letteratura scientifica. ​ Le scorte accumulate ammontano al 30% della disponibilità totale al momento. Corrispondono circa a due milioni di dosi, da poter usare subito. E’ la strategia seguita dal Regno Unito.