Gorizia in campo contro la violenza di genere

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Nella città giuliana è stato siglato il 30 settembre un accordo per coordinare sull’intero territorio provinciale le iniziative di contrasto alla violenza domestica e di genere. Parte così una rete di servizi integrati tesi a contrastare i fenomeni di vessazione e maltrattamento. Ne fanno parte 17 membri e altri 19 soggetti già attivi in riferimento al tema, che hanno messo a disposizione il loro sostegno, rappresentanti del mondo delle istituzioni e dell’associazionismo. La rete è volta a promuovere iniziative di prevenzione, sensibilizzazione e informazione sul fenomeno della violenza domestica e di genere.

Il prefetto Massimo Marchesiello ha presentato il protocollo d’intesa nel corso di una conferenza stampa: il risultato di una strategia che, grazie alla collaborazione tra settore pubblico e privato, è riuscita a dotare il territorio di uno strumento vitale per la prevenzione, in grado di connettere servizi sanitari e sociali, istituzioni giudiziarie, istituti scolastici, forze dell’ordine e realtà associative. Apprezzamenti per il nuovo progetto sono state espresse dal Sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, e dal procuratore capo della Repubblica, Massimo Lia.

Dai dati dell’indagine Istat del 2014 sul fenomeno della violenza di genere, il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di aggressione fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Ha subìto maltrattamenti fisici o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa degli atti subiti (68,6%). In particolare, per il 41,7% le aggressioni sono state la causa principale per interrompere la relazione, mentre per il 26,8% sono state un elemento importante della decisione.

Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro. Molte le donne che subiscono minacce (12,3%), esse vengono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti). Una percentuale rilevante di donne ha subito anche atti persecutori (stalking). L’Istat stima che il 21,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni (pari a 2 milioni 151 mila) abbia subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner nell’arco della propria vita. Se si considerano le donne che hanno subito più volte gli atti persecutori queste sono il 15,3%.

Lo stalking è stato subito anche da altre persone, nel 10,3% dei casi per un totale di circa 2 milioni 229mila donne. Complessivamente, sono circa 3 milioni 466 mila le donne che hanno subìto stalking da parte di un qualsiasi autore, pari al 16,1% delle donne. Passando ai casi con esito infausto, i dati Istat ci dicono come le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2017 in Italia siano state 123, lo 0,40 per 100.000. Malgrado le cautele che le comparazioni internazionali richiedono, è possibile affermare che tale incidenza sia contenuta in rapporto al contesto del vecchio continente: tra i 23 Paesi dell’Unione europea per i quali si hanno a disposizione dati recenti si osservano infatti valori inferiori solo nel caso di Grecia, Polonia, Paesi Bassi e Slovenia (0,47, 0,36, 0,35, 0,19 omicidi per 100.000 donne, rispettivamente).