Governo, De Luca: “Draghi come Cristo”

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“Quest’uomo saggio e mite” Mario Draghi “mi è apparso come un Cristo quando ha cominciato a fare i colloqui con i cespugli. Uno, due, tre, quattro, e lui seduto a quel tavolo”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook, parlando del “lavoro improbo che lo attende”. “Davvero merita tutta la nostra solidarietà questo uomo votato al martirio. Dovrà fare i conti con problemi drammatici, a cominciare dal Covid”, ha aggiunto De Luca.

“Io direi di non suonare ancora le campane a festa. Draghi credo che dovrà fare un percorso di guerra”. “Già quando presenterà la lista dei ministri – ha aggiunto De Luca – avrà un primo bombardamento, ma intanto prendiamo atto che l’Italia ha individuato una personalità che per la sua sola storia dà prestigio all’Italia e ci dà credibilità in Europa e nei mercati finanziari”.
Covid, governo e Campania

“Dobbiamo dire con chiarezza al Governo che è arrivato il momento di prendere decisioni nazionali adeguate al contagio che è già in atto”. “Ai concittadini – ha aggiunto De Luca – dobbiamo dire che, quando ci sono comportamenti irresponsabili nelle zone dove riaprono attività economiche, non riprendiamo a vivere ma prolunghiamo il calvario dell’epidemia. Non diamo più vita ai nostri figli, ma togliamo la vita a loro. Perché se ci comportiamo in maniera tale da prolungare nei mesi l’epidemia, otteniamo l’effetto opposto rispetto a quello che vorremmo ottenere: anziché ridurre i vincoli, i limiti, le costrizioni, prolunghiamo nei mesi vincoli e costrizioni. Senza responsabilità e controlli rigorosi prolunghiamo e non riduciamo il calvario. Finché non avremo vaccinato in misura importante le nostre comunità noi non risolveremo il problema”.

“Dopo settimane in zona gialla, siccome nessuno ha messo in piedi i controlli indispensabili, stiamo assistendo a una ripresa forte di contagi”. “La Campania – ha ricordato De Luca – è stata una delle regioni che ha goduto per settimane della collocazione nella zona gialla, che come abbiamo imparato è una collocazione che consente molta più flessibilità e aperture per attività commerciali, vita sociale e quant’altro. Tuttavia, in un Paese come l’Italia, nel quale la zona gialla si accompagna a controlli zero, era inevitabile ed era prevedibile che si arrivasse a una ripresa di contagio anche forte. Noi in Campania stiamo registrando da una settimana un tasso di positivi estremamente pesante, viaggiamo sui 1500 nuovi positivi da qualche giorno, tasso di contagio 10%. A livello nazionale si valutano le percentuali non sui tamponi molecolari ma antigenici che non sono affidabili, è un’altra truffa mediatica”.
La campagna di vaccinazione

“Se andiamo con questo ritmo, 180mila vaccinati al mese, in 10 mesi avremo 1,8 milioni di persone vaccinate. In Campania dovremo vaccinare 4,6 milioni: per arrivarci noi impiegheremo tutto il 2021, tutto il 2022 e una parte del 2023. Questo ci dicono i numeri” ha detto il governatore campano De Luca. “Quando sento dire che per giugno avremo vaccinato tutti, ho sentito qualcuno in Lombardia parlare di giugno… Ma per cortesia, evitiamo di dire stupidaggini ai nostri concittadini, parliamo un linguaggio di verità per quanto duro esso sia. Sulla base dell’attuale distribuzione, in Campania in 10 mesi se tutto va bene vacciniamo 1,6 milioni di persone. Per arrivare a 4,6 milioni noi arriviamo al 2023, e non stiamo parlando dell’effetto varianti del virus”.
Il colpo d’ala di Mattarella

“E’ stato un colpo d’ala da parte di Mattarella la chiamata di Mario Draghi, personalità di grande rilievo e prestigio sul piano internazionale. Abbiamo respirato aria nuova da quando ha iniziato a parlare”. “Abbiamo respirato un’aria di grande sobrietà – ha aggiunto De Luca – dopo un decennio di demagogia fatta di supponenza e di incompetenza nel nostro Paese, dopo un decennio nel quale non siamo stati capaci come forze politiche nazionali di approvare uno straccio di riforma istituzionale che strappasse l’Italia dalla palude della politica politicante che abbiamo conosciuto in queste settimane. Già la nomina a presidente del Consiglio di Giuseppe Conte la seconda volta è stata una vicenda sinceramente anomala: in nessun Paese del mondo avremmo avuto nel giro di poche settimane un presidente del Consiglio in grado di passare da una maggioranza a una maggioranza di segno opposto, ma ci siamo auto convinti in Italia che era una cosa normale. Ma già quella non era una cosa da Paese normale, da Paese nel quale si rispettasse la dignità della politica”.
Il discorso di Conte

“Giuseppe Conte ha fatto un discorso breve ma ricco, sintetico ma significativo, con il quale si è auto attribuito la funzione di Mitterrand italiano, cioè di federatore delle forze progressiste. E’ un compito arduo, ovviamente. Gli anni futuri ci diranno se questo obiettivo è un cavallo per la sua coscia”. “Nel suo breve discorso che ha tenuto Conte, era contenuta anche un’affermazione impegnativa: io ci sono e ci sarò. Ci ha minacciato chiaramente”. “Ci ha minacciato, avrebbe detto Peppino a Totò nel ristorante di Milano”, ha aggiunto.

“Battute a parte – ha aggiunto – se riuscirà a essere il federatore del mondo progressista in Italia avrà fatto un lavoro importante per la solidità della democrazia italiana”. “In questi ultimi due tre anni abbiamo visto cose bizzarre, cose che noi umani neanche avremmo immaginato di vedere, l’ultima di queste meraviglie l’abbiamo vista quando è stato portato davanti a Palazzo Chigi, a piazza Colonna, un tavolino spoglio, mi sembrava anche con la vernice un po’ scrostata. Si è immaginato che volessero far vedere che almeno un banco buono c’era in Italia”. “Poi con il passare dei minuti – ha aggiunto – si è pensato che volessero accendere un barbecue, fare una bella grigliata a piazza Colonna. Abbiamo aspettato invano l’arrivo di Casalino col grembiulino, ma è arrivato Giuseppe Conte”.
“L’adolescenza” dei Cinque Stelle

“E’ stato un colpo d’ala da parte di Mattarella la chiamata di Mario Draghi, personalità di grande rilievo e prestigio sul piano internazionale. Abbiamo respirato aria nuova da quando ha iniziato a parlare”. “Abbiamo respirato un’aria di grande sobrietà – ha aggiunto De Luca – dopo un decennio di demagogia fatta di supponenza e di incompetenza nel nostro Paese, dopo un decennio nel quale non siamo stati capaci come forze politiche nazionali di approvare uno straccio di riforma istituzionale che strappasse l’Italia dalla palude della politica politicante che abbiamo conosciuto in queste settimane. Già la nomina a presidente del Consiglio di Giuseppe Conte la seconda volta è stata una vicenda sinceramente anomala: in nessun Paese del mondo avremmo avuto nel giro di poche settimane un presidente del Consiglio in grado di passare da una maggioranza a una maggioranza di segno opposto, ma ci siamo auto convinti in Italia che era una cosa normale. Ma già quella non era una cosa da Paese normale, da Paese nel quale si rispettasse la dignità della politica”.