“Governo di unità nazionale, decide il Colle. Ma ora basta con la retorica della paura”

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Teresa Bellanova, ministra dell’Agricoltura, ha scelto di organizzare un pranzo sociale al dicastero per combattere allarmismi e psicosi da Coronavirus e ribadire che «Dalla terra e dal mare alla tavola: l’Italia fa bene». «Basta con la retorica della paura. Il Paese reagisce nel modo migliore, come ha dimostrato di saper fare molte altre volte, se ha l’energia giusta per governare correttamente questa emergenza. Accade se abbiamo ben chiari l’interesse e la salute, complessivamente intesa, del sistema-Paese. Non la singola ricetta, tanto meno un presenzialismo inopportuno» dice l’esponente di Italia Viva.

Le organizzazioni dell’agroalimentare italiano lamentano danni rilevanti. Qualcuno sollecita una Cabina di regia dei ministeri, gli agriturismi sono in sofferenza, c’è un allarme approvvigionamenti. Problemi ben oltre la cosiddetta zona rossa.
«Per questo sollecitiamo misure complessive: intanto per il nostro settore, che vadano ben oltre la zona rossa. Sono colpite le filiere intere, non solo le singole aziende o i singoli produttori. Se partono prodotti freschi dalla Sicilia o dalla Puglia e poi gli stessi autisti possono essere bloccati in entrata o in uscita, il rischio evidente è che quei prodotti non vengano o raccolti o trasportati».

E allora che bisogna fare?
«Dobbiamo affrontare criticità specifiche, salvaguardando imprese e reddito dei lavoratori, e gli ostacoli che arrivano da alcuni Paesi europei. Da lunedì scorso è attiva una task force al ministero: essere prontamente informati delle difficoltà significa poter agire con la necessaria tempestività».

C’è già una mappa delle difficoltà?
«La minaccia di blocco alle frontiere, ad esempio, sta spingendo la manodopera stagionale estera a rientrare nei Paesi di origine, con evidente penalizzazione per le nostre aziende. Ci sono stati segnalati casi di lavoratori rumeni a tempo determinato, potatori nel caso specifico, nel settore frutticolo e vivaistico. Sappiamo che alcune catene della grande distribuzione europea, strumentalmente, stanno chiedendo garanzie sulla sicurezza degli alimenti provenienti dall’Italia per cui, a partire dall’emergenza, molti prodotti del made in Italy agroalimentare sono bloccati. E inoltre si registrano anche speculazioni sui prezzi dei generi alimentari e delle materie prime».

Difficoltà anche per i prodotti freschi?
«Sì, dall’ortofrutta al latte, anche a causa del comportamento delle autorità di alcuni Paesi confinanti. Per questo, se le informazioni arrivano al ministero corrette e tempestive, possiamo intervenire adeguatamente e tranquillizzare cittadini e consumatori».

Lei ha incontrato organizzazioni di settore, rappresentanze dei lavoratori, grande distribuzione, Regioni, associazioni degli agriturismi. Come state rispondendo?
«La priorità è consentire liquidità alle imprese, scongiurare il blocco delle esportazioni, assicurare i controlli qualitativi e sanitari dei prodotti agroalimentari e anche l’attività dei mercati alimentari che certo non possono essere equiparati alle manifestazioni pubbliche. Vanno garantiti logistica e trasporti per le attività considerate essenziali, una corretta informazione in merito, adeguate deroghe sulla movimentazione. E vanno assolutamente previsti strumenti di tutela del reddito delle imprese e dei lavoratori coinvolti dalle misure di contenimento. Ieri ho avviato la procedura per l’anticipazione dei contributi PAC alle aziende agricole. Nessuno dev’essere lasciato solo».

Il governo di unità nazionale è la soluzione?
«C’è un Paese che rischia di sprofondare. Chi ha responsabilità non può perdere tempo in tatticismi, formule, politicismi. Bisogna rimboccarsi le maniche e agire. Si può farlo bene stando al governo e nei banchi del Parlamento. L’interesse nazionale è una cosa seria e quasi mai equivale all’interesse dei singoli. In ogni caso è prerogativa del presidente Mattarella deciderlo, e non ho dubbi sulla sua saggezza».