Governo Draghi, Orlando: “Serve maggioranza omogenea”

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“Se una maggioranza ha grande contraddizioni al suo interno governarla è difficile e già lo era molto quella che abbiamo alle spalle. Un suo allargamento”, in particolare con l’ingresso della Lega, “senza un asse politico preciso, rischia di rendere ancora più complicata la navigazione e questo mi pare mero buon senso”. Lo ha affermato il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, ospite di Radio 24 Il Sole 24 ore, parlando del governo Draghi.

“Credo -ha aggiunto- che sia molto importante insistere sull’individuazione dei punti sui quali convergono le forze politiche. Se la maggioranza è molto larga bisognerà individuare meno punti circoscritti rispetto ai quali concentrarsi, perché è chiaro che forze politiche che partono da grandi distanze tra loro possono trovare un punto di incontro solo su alcune determinate emergenze”.

“Non abbiamo notizie di un terzo giro di consultazioni, ci rendiamo conto che ci troviamo di fronte ad una crisi che ha caratteristiche del tutto inedite, la sua soluzione può richiedere anche passaggi al momento non preventivati”, ha affermato ancora Orlando.

“Parlare nel pieno di una pandemia della celebrazione di un congresso è abbastanza singolare. Dopo di che, certo, una riflessione va fatta. Penso che chi critica la linea abbia l’onere di indicarne un’altra, perché se non si vuole un rapporto con il Movimento 5 stelle deve avere anche l’onere di indicare” come “costruire l’alternativa alla destra, perché beneficiare del lavoro fatto in una direzione e non proporre un’alternativa mi sembra un esercizio fin troppo comodo. L’auspicio naturalmente di tutti è che non si voglia tornare al Partito democratico del 2018, che non soltanto non aveva numeri migliori di questo, ma soprattutto aveva un sistema di alleanze pressoché nullo, una situazione che nessuno mi auguro voglia riproporre”, ha poi sottolineato il vicesegretario del Pd.