“Grande vitalità dei territori”

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Cultura. In commissione il punto su legge salvaguardia dialetti. “Grande vitalità dei territori”

Rontini (Pd): “Importante salvare i dialetti per le nuove generazioni, speriamo di poter prevedere ulteriori risorse”. Montevecchi (Lega): “Patrimonio che non possiamo permetterci di smarrire in alcun modo”

Numerosi progetti avviati nelle scuole, festival sul tema e, soprattutto, un archivio multimediale e sonoro che ricostruisce la storia di tutti i dialetti della regione. Presentata oggi in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti, la relazione sulla clausola valutativa della legge regionale di salvaguardia e valorizzazione dei dialetti, che fa il punto sull’ultimo triennio. Dopo la dismissione dell’Ibc, “”la materia dei dialetti rientra a pieno titolo nel Servizio patrimonio culturale della Regione“”, introduce il responsabile della Giunta che presenta il resoconto dei finanziamenti assegnati con i bandi della legge sui dialetti.

Qualche dato: 48 progetti nel 2017, 25 nel 2018 e 28 nel 2019. Tra questi, molti sono stati avviati nelle scuole, ma anche nei festival, negli spettacoli teatrali e nel campo della toponomastica. “Questi progetti – spiega il responsabile della Giunta – dimostrano la grande vitalità dei territori e la volontà di non far perdere ai più giovani il legame con la lingua”. Gli enti pubblici più attivi si trovano nelle province di Parma, Bologna e Rimini, i soggetti privati più vitali soprattutto a Bologna, Forlì e Ravenna.

Tra i progetti che meritano una menzione particolare quello dell’archivio documentale, multimediale e sonoro, dei dialetti. “Il tema – viene spiegato in commissione – è stato affrontato in primis dalla Fondazione casa di Oriani di Ravenna, che ha digitalizzato e catalogato patrimoni sonori. Non solo, nel 2018 sono state digitalizzate 174 audiocassette dal laboratorio di documentazione Bellaria, 25 nastri magnetici dal polo di Ferrara e 54 audiocassette dal Comune di Monghidoro: le cifre testimoniano la dimensione di un lavoro che è solo agli inizi e che deve continuare” sottolinea il responsabile, aggiungendo che “con la digitalizzazione si può ripercorrere una storia che altrimenti andrebbe perduta, ad esempio, si è riusciti a ricostruire il dialetto lughese parlato dagli ebrei di Lugo”.

“I nuovi strumenti digitali si sono rivelati molto utili per salvaguardare i dialetti nelle nuove generazioni”, aggiunge Manuela Rontini (Partito democratico), che a novembre ha anche presentato un ordine del giorno con Pillati e Zamboni, approvato all’unanimità, per “continuare a promuovere e sostenere iniziative volte alla salvaguardia e alla valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna”. “La legge – ricorda la consigliera – finanzia per ogni annualità 100mila euro. Bisognerà capire se anche in epoca Covid ci saranno ancora le condizioni per poter prevedere ulteriori risorse”. Bene anche la progettualità dell’archivio sonoro, “in tutta la regione ci sono patrimoni culturali che sono confluiti in quell’archivio” aggiunge la consigliera.

“Si tratta di un patrimonio che non possiamo permetterci di smarrire in alcun modo”, interviene anche Matteo Montevecchi (Lega), che ribadisce “l’importanza di investire più risorse nei dialetti, e a maggior ragione in questi tempi dove risulta sempre più difficile raggiungere le nuove generazioni”.

“Confermo l’impegno della Regione a salvaguardare questo patrimonio – conclude l’assessore alla Cultura, Mauro Felicori – e sono fiducioso perché su questo tema c’è passione”.

(Francesca Mezzadri)