Grazie, fratelli albanesi, ci avete aperto le porte alla speranza

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I gesti forti, soprattutto nelle emergenze, aprono le porte alla speranza. Gesti forti come quello del premier albanese Edi Rama che ha favorito e organizzato la partenza di una delegazione di medici e infermieri, volontari, del suo Paese per dare una mano ai loro colleghi degli ospedali di Bergamo e Brescia, uno dei buchi neri di questa stramaledetta epidemia.

“Sono trent’anni che ci aiutate, è il minimo che potevamo fare”, è la voce corale di Rama e dei sanitari suoi connazionali appena giunti in Italia. Un aiuto non sempre all’altezza delle esigenze ma che, comunque, è rimasto nel cuore dei cittadini di Tirana, Durazzo e dintorni.

“Gli albanesi non dimenticano gli amici in difficoltà”, ha sottolineato Rama senza polemizzare con nessuno in particolare ma evidentemente in antitesi, nei fatti, con gli egoismi che da tanta parte dell’Europa, e non solo, stanno emergendo in questi giorni. Non a caso parole pronunciate da un uomo che, prim’ancora di essere un politico, è artista di fama internazionale, attratto dalla patria del bello per antonomasia.

Una goccia nel mare, quella albanese, ma per il suo valore simbolico un’azione di profonda solidarietà che fa riscoprire il valore di questa parola e commuove gli uomini e le donne di buona volontà. Grazie, fratelli albanesi, per quanto avete fatto e soprattutto per la fiamma della speranza che avete contribuito in questi giorni bui a rinfocolare nei nostri cuori.