Grillo, dopo il sì del Presidente Conte al TAV, prende le distanze dal Movimento Cinque Stelle

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Le torsioni programmatiche del Movimento non si contano più. Sei milioni di voti persi in un anno testimoniano la perdita di credibilità della principale forza politica in Parlamento.

Beppe Grillo ha rappresentato prima le speranze di cambiamento, dopo è stato un garante duro e divertente, passionale e istrionico, ha partecipato nel metodo e nella forma alla crescita dei consensi elettorali, tuttavia con Davide Casaleggio aveva già chiuso ogni rapporto commerciale, avendo separato il suo blog dal blog delle stelle cadenti.

Beppe Grillo è stato un megafono insostituibile con autori di grande sagacia.

Forse è arrivato il tempo di aprire una riflessione critica che finora all’interno del partito non è stato possibile fare, e non per la mancanza di coraggio, bensì per la sistematica delegittimazione del dissenso.

La metamorfosi del Movimento si è compiuta nel momento in cui, invece di invitare ad usare la propria testa, come diceva Grillo, Di Maio chiese di diventare “testuggine” ai “legionari” non più cittadini.