Ha parlato appena un minuto e ci ha chiusi in casa

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La forza di quella brevità, e dall’assenza di giornalisti autorizzati a porre domande, sta nell’aver presentato le misure restrittive non come strategia del governo, ma come risposta necessaria, oggettiva, scientifica. Non più decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma un decreto-legge del governo, discusso con presidenti di regione e Parlamento. “Il Fatto” lamenta l’assenza di domande, “Verità” e “Secolo” dicono che Draghi somiglia troppo a Conte, “Libero” scrive che si sarebbe potuto combattere il Covid senza chiudere. Tutto qui, le proteste.
Si capisce. Mattarella ha calato l’asso Draghi quando era ormai chiaro che la maggioranza non ce la facesse a governare e l’opposizione non avesse alternative. Una temporanea sospensione della democrazia, accettata dalla maggioranza degli italiani, a cui i partiti han dovuto rassegnarsi. Draghi promette inoltre di accelerare il ritmo delle vaccinazioni, per uscrine. Ma qui c’è l’inciampo AstraZeneca. L’azienda sostiene che non ci sono evidenze di un nesso causa-effetto tra vaccino e decessi o trombosi. Resta che per gli altri vaccini non sono state segnalate reazioni simili, resta che la magistratura indaga sulle morti sospette. Siamo chiari. Quando verrà il turno, mi farò iniettare il vaccino -pare che pure chi abbia avuto il Covid debba assumerne una dose- e non chiederò se l’ha prodotto AstraZeneca. Il rischio personale -molto ridotto, stando ai dati- val bene che la campagna di vaccinazioni non si blocchi. Però chiedo rigore e trasparenza. Un tempo dicevano che l’amianto era sicuro.
La verità sulle aggressioni che hanno portato Zingaretti a dimettersi e spianato la strada a Enrico Letta, l’ha detta ieri un Dem di 25 anni: “paura per le liste parlamentari”. Gli eletti da Renzi (non importa quanto renziani) temevano di non essere ricandidati. “Non cerco vendette”, ha detto l’uomo che oggi sarà acclamato segretario. E la richiesta di una resa dei conti immediata è venuta meno. Il problema ora è che farà il Pd? Per non ripetere il Caffè di ieri, porrò due questioni imminenti. Come sbarazzarsi di una (sicura perdente come) Virginia Raggi e non consegnare Roma alle destre? Che profilo si darà il Pd in Europa, diverso dai “Verdi europei” verso cui corrono il sindaco di Milano, eletti da Sinistra Italiana, ex 5Stelle?
Dall’altare alla polvere. Il governatore dello stato di New York non vuole dimettersi anche se ormai glielo chiede la sinistra del partito, Ocasio-Cortex, e l’ala liberal moderata, il senatore Schumer? Sei giovani donne lo accusano di aver tenuto condotte improprie. Una di averle domandato “andresti con un uomo più grande”, un’altra di averle rubato un bacio sulla bocca, e un’altra (per ora anonima) di averla “palpeggiata” nelle parti intime. Con dell’esercizio del suo potere, di avere esercitato tali pressioni avvalendosi di un ruolo che incuteva rispetto, se non timore. Che ne dite? Americani bacchettoni, oppure ha ragione il Mee to, che l’abuso spesso si compie -fino a non sembrare abuso- nei luoghi del potere e all’ombra del potere? Non lo so. Credo che nel mondo di domani non ci sarà spazio per uomini che non comandano soltanto se dormono, che si chiudono nella fortezza del potere, come nella Elsinore di Mackbeth, fino a confondere pubblico e privato. Credo però anche che una cosa sia combattere politicamente tali condotte, altra e diversa invocare il carcere o lapidare in piazza in nome di un conformismo virtuoso.

Corradino Mineo