Ho cominciato ad allenare per predisposizione naturale

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Avevo 31 anni, e lavoravo alla direzione di un importante Istituto di Credito. Questo mi impegnava a tal punto, da non poter dedicare tempo agli allenamenti pomeridiani. Così, la Seconda, era la categoria giusta per continuare a giocare, senza trascurare il lavoro. Poi, la svolta: un giorno un compagno, illuminato da come guidavo la squadra in campo (giocava da terzino sinistro), propose alla società di promuovermi allenatore-giocatore.
Ci pensai un po’, poi decisi che i due ruoli fossero incompatibili, quindi appesi le scarpette al chiodo e iniziai ad allenare.
Con sacrificio e dedizione, arrivai nei dilettanti, ma qui capii che la serie D era la porta del professionismo e degli allenamenti serali non erano più sufficienti. Per affrontarla come piace a me, dovevo prendere una decisione sofferta tra, il lavoro ottimamente remunerato in banca o quel pezzo di cuoio di forma sferica che rotola sull’erba.
Il primo anno cercai di farli coesistere: arrivai sesto. L’estate successiva mi resi conto che per far meglio, erano necessarie 12 ore di lavoro al giorno. Così chiesi l’aspettativa e mi dedicai al calcio.
Solo un pazzo poteva fare una cosa simile, lo so; l’amore per il calcio ha prevalso su tutto, anche a costo di restare senza un euro in tasca. Oggi posso dire di avercela fatta e se tornassi indietro rifarei tutto.
Datemi un pallone, una lavagnetta, undici ragazzi e sono l’uomo più felice del mondo”.

Oggi Maurizio Sarri compie gli anni.                                                                                                        fonte calcio facebook