“I COLORI DI SETTEMBRE”

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CON “I COLORI DI SETTEMBRE” I CONCERTI TRA L’EPOPEA OLIVETTIANA E LA VIA FRANCIGENA

Propone una serie di suggestioni in chiave canavesana, la terza edizione della rassegna musicale “I colori di settembre”, organizzata dall’associazione “Il Timbro” ad Ivrea e in quattro Comuni del circondario. “I colori di settembre” è un’importante occasione di diffusione e promozione della musica colta presso un pubblico non abituato al suo ascolto. Tutti i concerti sono a ingresso gratuito.

La stagione 2019 concerti in nove giorni: una vera e propria full immersion, per un viaggio che si snoda attraverso tre secoli di musica, da Bach a Nino Rota, sempre fedele ad uno dei principi che hanno guidato la rassegna nelle sue edizioni precedenti: privilegiare la qualità esecutiva, affidando le esecuzioni a piccoli gruppi o solisti. Quest’anno sono stati scelti tre trii e due coppie di artisti. La Città Metropolitana di Torino patrocina l’iniziativa, che è sostenuta dalla Comunità collinare Unione della Serra (Albiano d’Ivrea, Bollengo, Burolo e Chiaverano), dalla Città di Ivrea, dalla Fondazione CRT, da ASIC e da Fasti spa.

Domenica 8 settembre alle 18 teatro Bertagnolio di Chiaverano è in programma il concerto “Made in Trio”, in cui la flautista Rute Fernandes, il clarinettista David Dias Silva e la pianista Sinforosa Pretralia, eterogeneo trio siculo-elvetico-canadese, spaziano dalla Tarantella di Camille Saint-Saëns del 1857 alla “Techno Parade” di Guillaume Connesson, del 2002. Il percorso comprende anche Claude Debussy (“Prélude a l’après-midi d’un faune”), Nino Rota (“Trio per flauto, violino (clarinetto) e pianoforte”) e Georges Bizet (Rhapsodie su temi dell’opera “Carmen”).

Venerdì 13 settembre alle 20,30 al Castello Basso di Burolo la violinista Fabiola Tedesco e il fratello violoncellista Paolo Tedesco renderanno omaggio a due delle colonne portanti della musica del Settecento, Johann Sebastian Bach e Wolfgang Amadeus Mozart, oltre che a Niccolò Paganini. Di Bach verranno eseguiti l’Adagio e la Fuga dalla Prima sonata per violino e la Sesta suite per violoncello, mentre del compositore salisburghese verrà proposto al pubblico il Duo in sol maggiore KV 423. Un programma molto classico, pronto a essere sconvolto dall’esecuzione del Capriccio numero 24 per violino di Paganini.

Sabato 14 settembre alle 20,30 nella chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo ad Albiano d’Ivrea il Trio Quodlibet (Mariechristine Lopez al violino, Virginia Luca alla viola, Fabio Fausone al violoncello) proporrà un viaggio nell’Europa della seconda metà del 1700, dall’Italia alla Spagna, dalla Francia alla Germania e all’Austria, con due compositori italiani, uno residente a Madrid e l’altro a Parigi, e uno tedesco che vive a Vienna. Sono Ridolfo Luigi Boccherini, Giuseppe Maria Gioacchino Cambini e Ludwig van Beethoven. In comune hanno lo stile brillante e leggero, a tratti intervallato da momenti lirici tipici dell’epoca. La stessa epoca in cui Francesco Martinez, pronipote dello Juvarra, edificava la chiesa di San Martino Vescovo. Il programma propone il Trio per archi opera 47 numero 3 di Boccherini, il Trio per archi opera 33 numero 3 di Cambini e la Serenade opera 8 di Beethoven.

Domenica 15 settembre alle 18 nella chiesa di Sant’Eusebio Vescovo a Bollengo il Trio Samar (Francesco Bagnasco al violino, Davide Maffolini al violoncello, Francesco Maccarrone al pianoforte, sarà protagonista dell’appuntamento conclusivo della rassegna, organizzato in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. I tre talentuosi studenti del Conservatorio torinese affronteranno due brani topici del repertorio per trio con pianoforte. Il “Trio Arciduca” dedicato da Ludwig van Beethoven a Rodolfo d’Asburgo, è uno dei più importanti esempi cameristici della maturità compositiva del genio tedesco, sia per la grandezza della forma e del respiro musicale, sia per la varietà e l’inventiva che mostra nell’utilizzo dei timbri dei tre diversi strumenti. A fare coppia con l’Arciduca è il Trio in Do minore opera 101 di Johannes Brahms, caratterizzato proprio dal piglio energico e concreto di ascendenza beethoveniana.

Michele Fassinotti