Ieri, oggi, sempre. ROMA NON SI CHIUDE

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Il 22 giugno siamo scesi in strada perché ci piace pensare che la nostra città sia diversa da come viene descritta e, soprattutto, da come i governi la vorrebbero.
Tra le tante difficoltà diventate macigni grazie alle diverse istituzioni che hanno retto e reggono la città, la speculazione edilizia è un problema antico, ad oggi strutturale e cristallizzato, che negli anni, progressivamente, ha alimentato e legittimato politiche repressive ed autoritarie, solidali e di sodalizi con i palazzinari, lasciando la cittadinanza senza risposte istituzionali, privata del diritto ad una organizzazione autonoma e punita per le azioni di quotidiana sopravvivenza.
La nostra è una Roma diversa.
Non è solo la città delle destre squadriste che intimidiscono, che picchiano, che provano ad appropriarsi dei nostri spazi; Roma non è solo mafiacapitale.
Roma è viva, vivace, accogliente, apre brecce nel vuoto, crea e difende spazi di cultura indipendente,
e dai mostri di cemento abbandonati costruisce comunità aperte e solidali.
Resiste e resisterà, nell’esempio del prima di noi, nella speranza del dopo di noi.
La nostra Roma non piace, è scomoda.
Non importa, non abbiamo paura.
Lotteremo sempre per la nostra città perché è pacifica, solidale, inclusiva, antifascista ed eterna.
Ed è per questo che l’amiamo.