Ieri sera in tv Zingaretti ha proposto di trasformare l’accordo di governo col M5s

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In un’alleanza vera intorno alla quale ricostruire il nuovo centro sinistra.
È una proposta legittima e forte, che ha una sua dignità e non va banalizzata.
Ma una scelta del genere non è nel mandato col quale Nicola ha vinto il congresso e per farla serve si esprimano iscritti ed elettori del Pd. Quindi se davvero questa è la prospettiva che il gruppo dirigente ha in mente, si convochi un nuovo congresso (magari dopo le regionali che dobbiamo impegnarci a vincere), si aprano i gazebo delle primarie e sia il nostro popolo a decidere.
Nel mio piccolo in quel congresso sosterrò la tesi opposta: con questo m5s che sguazza come sempre nella retorica antipolitica, che difende i decreti sicurezza di Salvini, che considera il garantismo una bestemmia, che vuole smantellare la democrazia rappresentativa, che dice no a unioni civili e ius culturae, con questo m5s non voglio costruire alleanze. Superata l’emergenza voglio provare a batterlo.
E anche durante questa fase mi piacerebbe che il Pd non scomparisse: se confermiamo quota 100 e reddito di cittadinanza, se non abroghiamo i decreti sicurezza, se tagliamo i parlamentari, se accantoniamo le nostre battaglie, dov’è l’agenda del Pd nell’azione di governo? Anzi, dov’è il Pd?