Il 10 giugno, una data infausta

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Il 10 giugno per l’Italia è una data infausta. Nel 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti fu rapito e assassinato da una squadra fascista mentre si recava a Montecitorio.

Pochi giorni prima aveva denunciato con forza i brogli attuati dai fascisti nelle elezioni del 6 aprile. Il cadavere fu ritrovato dopo oltre due mesi.

La connivenza del re Vittorio Emanuele III, la debolezza e le divisioni delle forze di opposizione non consentirono di sbarrare la strada alla dittatura.

Sedici anni dopo, il 10 giugno del 1940, Mussolini portò l’Italia in una guerra vile e sciagurata che lasciò lutti, rovine, miseria.

In mezzo ci furono la soppressione delle libertà, la galera e l’esilio per gli oppositori, le avventure coloniali, le leggi razziali.

L’anniversario ci offre l’opportunità di ricordare a tutti, soprattutto ai giovani, cosa è stato il fascismo. Quanta sofferenza ha causato al nostro Paese. Quanto sangue è stato versato per liberarsene. Di ricordare che i fascismi, nelle molteplici esperienze storiche, si sono affermati in momenti di lacerazioni sociali.

L’epidemia in corso lascerà una difficile situazione economica ed occupazionale. Sono già palesi tentativi di strumentalizzazione per portarci indietro.

Occorrerà vigilanza democratica ed unità delle forze antifasciste. Sarà fondamentale affrontare il futuro ispirando i nostri comportamenti ai principi fondamentali della Costituzione repubblicana.

Bruno Possenti