Il Brasile di Bolsonaro nel caos, travolto dalla pandemia

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Questa settimana il Brasile è diventato il secondo paese per numero di contagi da nuovo coronavirus dopo gli Stati Uniti, con oltre 391mila casi accertati. I morti, stando a quanto dichiarato ieri dal ministro della Salute, sono più di 24.000, con un aumento di oltre mille casi in 24 ore.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’America Latina è diventata il nuovo epicentro della pandemia di coronavirus. Il presidente Jair Bolsonaro, però, sembra essere preoccupato più dall’aspetto economico che da quello sanitario. Dopo aver definito COVID-19 solo una “piccola influenza”, infatti, ha esortato le imprese a ripartire, sebbene molti governatori abbiano reiterato le misure di distanziamento sociale per rallentare la diffusione del virus.

Il sistema sanitario pubblico brasiliano era già in difficoltà prima della pandemia e gli ospedali in alcune delle città principali sono ora sul punto di essere completamente travolti, mentre la mancanza di attrezzature e protezioni adeguate mette a rischio la salute degli operatori. Finora, hanno perso la vita più di 116 infermieri e infermiere. A San Paolo, la più grande città del paese e anche quella con maggiori contagi, il picco dell’epidemia deve ancora arrivare, ma gli ospedali faticano a far fronte alla situazione. La settimana scorsa il sindaco Bruno Covas ha detto che il sistema sanitario sarebbe potuto collassare in 15 giorni.