IL CANALE DI TERRAMAINI MUORE ANOSSICO SOTTO I CIECHI OCCHI DEI NOSTRI AMMINISTRATORI

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Non bisogna essere ne ciechi, ne sordi ai segnali lanciati dal nostro ambiente .
La storia si ripete ogni inizio stagione, il canale di Terramaini si trasforma in un inferno per i pesci. Infatti la scarsa ossigenazione delle acque ha portato alla prolificazione di alghe e alla moria di pesci. L’ecosistema delle saline comincia a subire delle ripercussioni importanti in presenza dell’arrivo del caldo. Bisogna agire in fretta affinché si risolva il problema e si evitino danni maggiori per le specie presenti nel Parco di Molentargius.
In passato, il funzionamento idraulico delle Saline era basato principalmente sul movimento naturale dell’acqua per caduta da una vasca a quella successiva. L’idrovora pescava acqua rigenerante dal mare e la movimentava all’interno delle Saline. Anche per convogliare le acque madri al termine della cristallizzazione del salgemma, nello stagno, dove per molti anni è stato estratto il cloruro di potassio (sale). Attualmente, cessata l’attività saliniera, la circolazione idrica viene mantenuta attraverso delle vasche e vari depuratori per preservare le caratteristiche ambientali del sito, ma viene evitata la cristallizzazione. Proprio il mantenimento dell’ecosistema è, comunque, assicurato dalla circolazione delle acque marine mediante un complesso sistema idraulico. Se questo complesso di circolazione delle acque non viene alimentato in modo esaustivo al variare delle temperature e al variare delle caratteristiche chimiche e biologiche dell’acqua, avviene questa moria di pesci che avviene oramai in modo quasi a cadenza stagionale.
Il canale di Terramaini collega le acque di sfogo filtrate e depurate al mare attraverso una soglia sfiorante e un canale di deflusso. Quindi, è evidente che il buono stato e la sua conservazione delle sue acque sia legato alla loro rigenerazione salina (del mare) e alla loro qualità, con riferimento a un basso carico di inquinanti e di materiali in sospensione. I parametri chimico-fisici delle acque dei siti (in particolare, la salinità) dovrebbero avere un’evoluzione stagionale, con caratteristiche più dulcicole nei mesi di massima piovosità e/o di massimo apporto fluviale e con caratteristiche alofile nelle stagioni secche. La mancanza di una tale ciclicità è indice di ingressione marina, le cui conseguenze sono ben visibili oggi con la moria dei pesci che sono infatti il risultato di un allarme che non viene recepito dai nostri Amministratori . I nostri Amministratori devono intervenire subito affinchè questo allarme lanciato dal nostro Ambiente non soccomba definitivamente. Bisogna intervenire per mantenere i necessari livelli di acqua salmastra e monitorare costantemente le caratteristiche chimico-fisiche per evitare che accada questo terrificante spettacolo di morte dei pesci.
Il Sindacato FSP Polizia di Stato di Cagliari, nella persona del suo Segretario Alessandro Congiu, proprio oggi 28 maggio in visita alle Saline, si è trovato davanti a questo imbarazzante e orrendo scenario, quasi apocalittico della massiccia moria di pesci sul canale di Terramaini. Il nostro Parco di Molentargius è una risorsa turistica importantissima sia dal punto di vista della flora e della fauna e non deve rischiare di diventare una emergenza. Se i pesci sono morti per asfissia e l’alta temperatura bisogna intervenire subito per evitare il collasso dell’intero ecosistema, i nostri amministratori con responsabilità dovrebbero prendere delle iniziative per combattere questo scempio che si ripete ciclicamente ogni stagione davanti agli occhi increduli dei turisti e dei cittadini. Forse basterebbe aumentare l’ossigenazione del canale rigenerando dal mare l’acqua fresca e facendo così diminuire la temperatura dell’acqua presente nel canale. I rimedi potrebbero essere anche altri ma non dobbiamo ne essere ciechi ne sordi ai segnali che ci lancia l’ambiente, per questo dichiara il Segretario
“ mi rivolgo ai nostri bravi amministratori, di prendere subito delle iniziative per arginare il problema e per fare il punto della situazione e discutere di eventuali altri rimedi contro i problemi di ossigenazione”.
Il comportamento omissivo, non può continuare ancora, se le cose continueranno così potrebbe verificarsi anche un disastro ambientale con il rischio di ripercussioni contro il settore turistico ed economico del Parco stesso. Bisogna mettere in pratica la politica “del fare” tralasciando i cavilli burocratici e mettendo mano ad una situazione di pericolo che giorno per giorno rasenta l’allarme ambientale del Parco di Molentargius, considerato uno delle oasi faunistiche più importanti d’Europa.