IL CORAGGIO DI VIRGINIA

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Le parole di Zingaretti, pronunciate ieri sera, sono uno schiaffo e una offesa al coraggio e alla forza di una donna, di un sindaco che non si è piegato ai silenzi e all omertà di chi aveva amministrato Roma prima di lei.
Per Zingaretti la mimaccia per Roma non è la criminalità organizzata e chi l’ha affossata per decenni, ma Virginia Raggi che da moltissimi mesi vive ormai sotto scorta.
Per il PD la minaccia non sono i Buzzi, i Carminati e tutti colori che hanno spolpato la nostra capitale grazie al silenzio di chi ha governato per anni.
Ecco le parole di Virginia Raggi
“Le parole hanno un peso. Le parole sono pietre. Le parole colpiscono, feriscono, fanno male. Le parole hanno delle conseguenze nella vita delle persone. Le parole non sono chiacchiere.
Ieri Nicola Zingaretti, ospite a Di Martedì su La7, ha rivendicato con orgoglio di essere stato “il primo a dire che considerava la ricandidatura di Virginia Raggi una minaccia per Roma”. Una minaccia. Sì, proprio così: una minaccia.
Secondo Zingaretti, quindi, la “minaccia” per Roma non è rappresentata dalla malavita o magari, in senso lato, dalla difficoltà di trovare un lavoro per i cittadini. No, per Zingaretti la “minaccia” per Roma è rappresentata da una giovane donna finita sotto scorta per aver dichiarato guerra alla criminalità organizzata.
Politicamente si possono avere opinioni diverse ma non è lecito provare ad emarginare una persona che – al di là delle opinioni politiche – è realmente “minacciata” dalla criminalità. La “minaccia” è quella dei Casamonica di voler mettere una bomba sotto l’automobile di Virginia Raggi.
Ps:
Una minaccia per la Treccani è “l’atto di minacciare, le parole con cui si minaccia, e in genere il fatto di promettere o annunciare un male, un danno, un castigo”. “In diritto penale – precisa – il delitto commesso da chi provoca in altri il timore di un ingiusto danno, prospettando in qualunque modo, con parole, gesti, scritti, un male futuro e indebito, la cui realizzazione dipenda esclusivamente dalla volontà di chi minaccia e che sia di tale rilevanza da turbare obiettivamente la tranquillità della vittima”. “In senso figurato – si legge ancora – pericolo incombente, annuncio più o meno esplicito di un male, di un danno”.
Ps 2: Carlo Levi intitolò un suo libro “Le parole sono pietre”. Il titolo si deve ad una frase pronunciata da Francesca Serio, madre di un sindacalista ucciso dalla mafia e icona della lotta alla criminalità in Sicilia negli anni ’50. “Così questa donna si è fatta in un giorno: le lacrime non sono più lacrime ma parole, e le parole sono pietre…”.
Forza Virginia.