Il Decreto Liquidità è stato firmato questa notte dal Presidente della Repubblica ed è ora legge dello Stato

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È una delle manovre più potenti, un’iniezione vigorosa di risorse nel sistema economico del Paese. Ma non è che l’inizio.

Avevamo la necessità e l’urgenza di rispondere alla straziante invocazione di aiuto delle nostre imprese, piccole, medie e grandi, dalla cui sopravvivenza dipende il futuro di tante famiglie e lavoratori. Lo abbiamo fatto utilizzando il sistema del credito bancario, perché era l’unico meccanismo in grado di garantirci un’erogazione diretta e immediata. Avremmo potuto ricorrere ad altri sistemi, certo. Avremmo potuto studiare meccanismi diversi, elaborare procedure nuove. Ma ci sarebbe voluto tempo per costruirli, tempo che non c’è. Quindi abbiamo scelto di privilegiare la celerità e l’immediatezza, perché è adesso che le nostre imprese hanno bisogno di liquidità per poter ripartire subito dopo.

Non ci fermiamo qui, assolutamente. Tante altre misure saranno messe in campo. E sia chiaro: non chiediamo alle imprese di indebitarsi per poi lasciarle sole. Lo Stato sarà sempre al loro fianco con indennizzi, ristori, ulteriori riduzioni d’imposte, incentivi, velocizzazione di procedure, misure che consentano di realizzare la ripartenza più rapida possibile. Tutto questo lo faremo con il prossimo decreto, quando voteremo anche lo scostamento di bilancio (ovvero la possibilità di acquisire risorse finanziarie aggiuntive da erogare direttamente, sotto varie forme).

Ma nel nostro piano d’azione non ci sono solo aziende, imprese, realtà produttive. L’altro pilastro fondamentale sono le famiglie.

Il primo intervento diretto è stato il soccorso alimentare, realizzato destinando 400 milioni di euro ai comuni, in aggiunta all’anticipo di 4,3 miliardi. Questo ha consentito di portare generi di prima necessità alle persone più bisognose e ai casi di grave indigenza, per affrontare il breve periodo.

La cassa integrazione consente alle aziende in difficoltà di non licenziare e garantire una fonte di reddito a milioni di lavoratori. L’indennità di 600 euro per i liberi professionisti è solo l’inizio, la misura va aumentata e replicata per i prossimi mesi. Fra bonus partite iva, congedi parentali, baby sitting, CIGO e assegno ordinario, per le prestazioni previste dal decreto Cura Italia sono già pervenute oltre 4 milioni di domande, a fronte dei quasi 8 milioni di beneficiari.

Poi c’è il reddito di cittadinanza, tanto criticato e osteggiato. Ebbene oggi questa misura permette già a 2,5 milioni di persone di avere risorse utili ad affrontare questa drammatica crisi economica. Ma è chiaro che dobbiamo fare di più, intercettando anche quelle famiglie che non sono nel circuito del reddito di cittadinanza. Per questo siamo al lavoro su un reddito di emergenza, che dia ossigeno a coloro che in questo momento non hanno alcuna forma di reddito o di sostegno economico.

Il Governo lavora senza sosta da settimane, per portare aiuto a tutti i cittadini in questo difficile momento. Da chi lotta contro il virus e la malattia fino ai medici, infermieri e operatori sanitari impegnati in prima linea, alle forze dell’ordine che controllano il territorio, a chi garantisce la continuità delle filiere alimentari e sanitarie, a chi con senso di responsabilità e sacrificio rimane a casa, spesso lontano dai suoi cari. Lavoriamo perché nessuno rimanga indietro. Non ci fermiamo. Insieme andiamo avanti e insieme ne usciamo. Forza e coraggio.