Il fallimento del ‘modello svedese’, tormentone dei negazionisti

0
76
covid

Per mesi i negazionisti ci hanno detto che il ‘modello svedese’ era la soluzione. E in effetti noi tutti lo guardavamo con un misto di preoccupazione e ammirazione: e se avessero davvero ragione loro?

Da marzo ad oggi in Svezia non si è imposto nessun lockdown o meglio nessuna misura di contenimento: nessuna limitazione agli spostamenti, assembramenti o uso di mascherine. Solo raccomandazioni, anche perentorie, ma senza nessuna conseguenza.

Mentre il resto del mondo andava in una certa direzione, loro andavano controcorrente. Essendo una situazione mai gestita prima, in un primo momento, poteva essere considerata una scelta come le altre, addirittura più coraggiosa. Ma poi i numeri, perché quelli li puoi interpretare ma rimangono sempre numeri, hanno cominciato a mostrare la dura realtà. E la realtà è che quando hai un tasso di mortalità che è 5 o addirittura 10 volte superiore rispetto a quello registrato dagli altri paesi scandivi vicini (Norvegia, Finlandia e Danimarca) vuol dire che qualcosa non funziona. Ma invece di correggere la rotta, la Svezia ha continuato imperterrita sulla via della minimizzazione.

Nei giorni scorsi, con terribile ritardo, è arrivato anche il re di Svezia e fare un irrituale mea culpa: “Gli svedesi hanno sofferto tremendamente in condizioni difficili”- ha detto re Carl XVI Gustav. “Penso che abbiamo fallito, abbiamo un gran numero di morti e questo è terribile”, ha affermato nell’intervista di fine anno alla tv di Stato. Il destinatario delle sue critiche è ovviamente il governo che continua a difendersi: il premier Stefan Lofven si è finora rifiutato di definire la strategia un fallimento. “La maggior parte degli esperti di salute non ha visto l’onda davanti a loro, parlava di focolai localizzati”, ha ammesso, tuttavia, in un’intervista al quotidiano Aftonbladet.

Ma le critiche sono senza precedenti anche il 2020 lo è. Ed è giusto assumersi le responsabilità politiche delle scelte che si sono- o non si sono- fatte.
Ad oggi i morti sono 8.000 e i contagi 350.000. E continuano ad aumentare, raggiungendo numeri record anche nell’ultima settimana. Le terapie intensive di Stoccolma sono piene al 99% e 3.500 medici si sono licenziati per sfuggire a quell’inferno.
Insomma, il modello svedese ha fallito. E con esso anche l’interpretazioni della realtà di chi nega la pericolosità del virus.