IL FARMACO NON VESTE PRADA (E NEMMENO ARMANI)

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di Mario GIORDANO

Ma come far scendere i prezzi dei farmaci? Una strada già segnata intanto ci sarebbe. Andrebbe soltanto percorsa con maggior decisione. E’ la strada dei generici. Come sapete quest’ultimi possono sostituire i loro “gemelli”, quelli con nomi brandizzati e famosi quando scadono il loro brevetti. E’ stato calcolato in media che quando un farmaco generico sostituisce quello originale, il prezzo cala dell’80%. Il problema è perchè quando i brevetti dei farmaci scadono i generici fanno fatica a prendere piede? Perchè non invadono il mercato? Perchè resistono le pillole di “marca”? Le fialette con il band? Un medicinale non veste PRADA. E nemmeno ARMANI. Un farmaco non ha bisogno della griffe, non s’indossa alle serate mondane. Non fa chic. Un farmaco deve funzionare perchè quello che conta è il principio attivo. E se il principio attivo è lo stesso, perchè si continua a preferire quello che costa di più? La risposta è ancora una volta ovvia: perchè così conviene alle aziende farmaceutiche che hanno in mano il pallino. Perchè loro vogliono così. E in effetti come abbiamo visto nel caso dello Xalatan, sono disposte a mettere in atto qualsiasi strategia per difendere il proprio prodotto griffato anche quando il brevetto è scaduto compresa quella geniale di trasformare in pediatriche le malattie che colpiscono quasi soltanto gli anziani. Ma la storia recente è piena di esempi del genere. Il gruppo farmaceutico anglo-svedese Astra Zeneca per esempio, per proteggere il suo Losec, farmaco contro l’ulcera che ai tempi d’oro garantiva anche 6 miliardi di euro d’incassi l’anno, avrebbe fatto di tutto comprese dichiarazioni giudicate ingannevoli agli uffici dei brevetti ed ai tribunali nazionali. Nel 2005 infatti è stato condannato a 60milioni di euro di multa. La francese Sanofi è stata messa sotto accusa per aver gettato ingiusto discredito sui farmaci che potevano far concorrenza al suo anticoagulante Plavix peraltro molto remunerativo. E la multinazionale danese Lundbeck è stata a sua volta accusata di acccordarsi con altre  aziende per ritardare l’ingresso delle versioni generiche del suo antidepressivo Celexa. Secondo l’indagine della Commissione avrebbe versato loro la bellezza di 70 milioni di euro. Ora è chiaro: se uno è disposto a sborsare 70 milioni di euro ai concorrenti perche non faccaino entrare farmaci generici sul mercato, vuol dire che dalla protezione della sua “griffe” ne incassa molti di più.Mantenendo alto artificiosamente il prezzo del farmaco, l’azienda ci guadagna enormemente. E chi ci perde allora? Ovvio le casse pubbliche quindi i malati. Dai documenti rivelati dall’indagine sulla Lundbeck è risultato che i dirigenti della società per spiegare il loro impegno a difendere la politica dei prezzi alti, facevano il gioco d’azzardo come il poker giocare lentamente una mano perdente. Ma questo non mi va giù se penso che si gioca a poker con la salute. Chiedo così all’Aifa cosa si può fare per abbassare i prezzi dei farmaci e, mentre aspetto la loro risposta, ho tempo di pensare ai dati raccolti sui medici a libro paga delle multinazionali, a quel professore del Sacco di Milano che, nonostante la sentenza del consiglio di Stato e la pronuncia di tutte le autorità in merito, nel luglio 2019 si è rifiutato di prescrivere il meno costoso Avastin al posto del più costoso Lucentis. Pur di non far risparmiare soldi allo Stato ha cancellato tutto le visite, fra la rabbia dei pazienti. Pensa davvero alla loro sicurezza? O ci sono altre logiche? In attesa di risposte sono all’Aifa con Luca Li Bassi che ha l’impressione di aver parlato troppo. Esce dall’imbarazzo dalle domande e la butta sul vago e dice… è un po’ colpa di tutti. Ma tutti chi? Medici, farmacisti… Gli dico Ma chi è che guadagna davvero dai prezzi alti? Può citarmi qualche caso? Dove state intervenendo? Dopo il silenzio tenta di salvarsi dicendo che il problema non è solo di chi guadagna ma è perchè siamo un po’ tutti così. Quindi colpa nostra dico… Lui sorride e dice: l’altro giorno ho beccato un mio dirigente Aifa aveva un antibiotico di marca con la griffe, ma come mai chiedo. Domando come mai? Lui risponde “Non ci ha pensato”, ecco e se non ci pensano all’Aifa…

Dal libro SCIACALLI VIRUS, SALUTE E SOLDI