Il G20 su invecchiamento sano ed attivo

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Durante il G20 di quest’anno – riunitosi ad Osaka per affrontare le principali sfide economiche a livello mondiale – si è dedicata grande attenzione alle questioni demografiche.

Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, i Paesi membri del G20 ospitano oltre il 70% della popolazione anziana nel mondo; sempre nei paesi del G20, il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni dovrebbe crescere da 501 milioni nel 2019 a 705 milioni nel 2030, e oltre al 1 miliardo nel 2050.

Il numero di persone di età pari o superiore a 80 anni triplicherà durante quel periodo, da 102 milioni nel 2019 a 307 milioni nel 2050.

Soprattutto il Giappone – la cui popolazione invecchia più velocemente di qualsiasi altra al mondo – ha insistito perché al summit si desse la giusta rilevanza al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione mondiale e alle sue conseguenze economico-finanziarie.

I leader mondiali si sono tutti trovati d’accordo sull’urgenza di modificare, a monte, i termini della discussione su come si invecchi e su come le società possano trarre beneficio da ciò che le generazioni più anziane possono offrire.

Nel documento finale adottato a conclusione del vertice, in particolare nei punti 21 e 31, è stata riconosciuta l’importanza di promuovere una società che invecchia in modo sano ed attivo.

Al punto 21, sotto il titolo “Lavoro e occupazione”, si legge: “riconosciamo l’importanza di promuovere una società che invecchia in modo sano e attivo e che consenta ai lavoratori di partecipare al mercato del lavoro in età avanzata, pur provvedendo a continuare ad aumentare la partecipazione di giovani, donne e persone con disabilità nelle attività economiche”.

E, sotto il titolo “Salute globale”, si trova un intero paragrafo dedicato alle questioni dell’invecchiamento della popolazione; al punto 31 si legge: “Promuoveremo l’invecchiamento sano e attivo attraverso misure politiche per la promozione della salute, la prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili e non trasmissibili, e attraverso un approccio alla salute e all’assistenza a lungo termine che sia integrato, centrato sulla persona, multisettoriale, basato sulla comunità e che comprenda tutto il corso di vita, in conformità con i contesti nazionali e le tendenze demografiche. Implementeremo una serie completa di politiche per affrontare la demenza, compresa la promozione della riduzione del rischio e la fornitura sostenibile di assistenza a lungo termine, nonché di società inclusive che mirino a migliorare la qualità della vita delle persone con demenza e dei caregiver”.

“Ageismo” e Empowerment dell’anziano all’High Level Political Forum (HLPF) 2019 delle Nazioni Unite

Dal 9 al 18 Luglio si è tenuto, presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, l’High Level Political Forum on Sustainable Development (HLPF), il forum sullo sviluppo sostenibile che si svolge annualmente a New York sotto gli auspici del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC).

L’HLPF di quest’anno ha ospitato, come evento collaterale, un approfondimento dedicato al problema della discriminazione contro gli anziani e dell’empowerment (emancipazione) dell’anziano, in un’ottica di inclusione ed uguaglianza (Confronting ageism and empowering older people to ensure social, economic and political inclusion of all).

L’evento, promosso dall’ UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs) e organizzato dallo “Stakeholder Group on Aging” ha invitato una serie di esperti in materia ad ragionare su come “ageismo” e discriminazione dell’anziano contribuiscano alle crescenti disuguaglianze e sulla necessità che gli anziani vengano inclusi – tramite strumenti politici e giuridici – nei processi di raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Nel discorso di apertura dei lavori, Amal Abou Rafeh, a capo dell’Unità del “UN Programme on Ageing” ha riportato l’urgenza, espressa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che, nel implementazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, venga data la giusta considerazione alle istanze delle popolazioni anziane.

Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione deve essere valutato non solo come un rischio o un costo – così come è stato percepito finora, con politiche miopi e obsolescenti – ma anche come una sfida e soprattutto come una opportunità.

Il cambio di paradigma necessario a tal fine richiede però che ci si reinterroghi su come cogliere al meglio le opportunità derivanti da questo fenomeno, considerando gli anziani, a ragion veduta, come agenti attivi che forniscono un contributo sostanziale allo sviluppo sostenibile.

E’ chiaro che, per andare in questa direzione, debbono essere combattuti alla radice attitudini e orientamenti di discriminazione basati sull’età.

Nel position paper presentato a conclusione dei lavori della conferenza si leggono le istanze più urgenti e una serie di raccomandazioni fatte agli Stati in relazione ai Goal che – in tema di empowerment e discriminazione – rilevano per le persone anziane e sono indispensabili nel raggiungimento complessivo e coerente dell’intera Agenda 2030.

Con riferimento al Goal 4 (Istruzione paritaria e di qualità), è necessario dare agli anziani accesso a opportunità di apprendimento lungo tutto il corso della vita (life-long learning) con programmi di riqualificazione rispetto alle nuove competenze – richieste dal mondo del lavoro – ma anche corrispondenti alle diverse attitudini delle persone anziane. Di modo che essi, resi capaci di muoversi in un mondo sempre più complesso e in evoluzione, possano contribuire allo sviluppo sostenibile con la qualità tipica che deriva dalla stagione della loro esistenza.

Con riferimento al Goal 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica) è necessario migliorare le condizioni per le persone anziane nel mondo del lavoro, in particolare agendo contro ogni tipo di discriminazione.

Fondamentale, poi, il riferimento al Goal 10 (Ridurre le disuguaglianze) percui è necessario predisporre per le persone anziane le sufficienti condizioni di accessibilità a servizi sanitari e sociali e di assistenza di lungo termine di buona qualità, incentrati sulla persona e integrati. E’ altresì urgente istituire uno strumento giuridico internazionale vincolante per proteggere i diritti delle persone anziane.

L’Open-ended Working Group on Ageing delle Nazioni Unite (Gruppo di lavoro aperto sull’ invecchiamento)

Alla decima sessione annuale del “Gruppo di lavoro aperto sull’Invecchiamento 2019”, tenutosi a New York dal 15 al 18 Aprile, i temi principali di discussione sono stati: protezione sociale, formazione permanente e sviluppo delle capacità.

Il gruppo di lavoro sull’ invecchiamento, aperto a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, è stato istituito dall’Assemblea Generale nel 2010 con risoluzione 65/182 al fine di rafforzare la protezione dei diritti umani delle persone anziane.