Il governo blocca i rientri, Sicilia e Sardegna chiuse sino al 17 maggio

0
50

Dopo la notizia del boom di vendite dei biglietti di treni e aerei per la prossima settimana, il presidente della regione aveva telefonato al ministro De Micheli per chiedere di mantenere inalterate le norme sugli ingressi in Sicilia.

Rientri bloccati in Sicilia e Sardegna, il governo ha deciso di prolungare la chiusura sino al 17 maggio, con un decreto congiunto del ministero dei Trasporti e della Salute. I fuorisede che si erano preparati a rientrare dopo la riapertura, dovranno attendere altre due settimane.

Il decreto prevede la proroga al 17 maggio delle misure limitative relative a Sicilia e Sardegna, imposte per affrontare l’emergenza Covid-19. Tuttavia il servizio ferroviario verrà integrato con nuovi collegamenti a lunga percorrenza, al fine di assicurare i servizi minimi essenziali.
I rientri al sud

Dopo il via libera ai rientri a partire dal 4 maggio, contenuto nel nuovo Dpcm annunciato dal premier Conte domenica sera, i governatori delle regioni del Sud Italia, in particolare Vincenzo De Luca e Nello Musumeci, avevano manifestato la loro preoccupazione per il boom di vendite di biglietti di treni e aerei per la prossima settimana.

Non un’invasione, perché non c’è stato un assalto ai treni, sui quali vigono le misure di distanziamento, ma a rimettersi in viaggio sono circa 3 milioni di cittadini, secondo le stime del Mit. Si tratta per lo più di operai rimasti senza lavoro, impiegati in smartworking, studenti, cittadini rimasti bloccati in altre regioni che si trovano in difficoltà per pagare l’affitto o mantenere un domicilio.

Ieri Presidente della Sicilia, Nello Musumeci, aveva telefonato al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, per chiedere “di mantenere inalterate le norme per l’accesso in Sicilia. Saranno, come sempre, i dati epidemiologici a suggerirci, nelle prossime settimane, quando avviare una lenta e graduale riapertura dei collegamenti con il resto del Mondo.

“Se oggi l’Isola può contare sul più basso numero di contagi lo si deve anche alla forte limitazione degli arrivi e alla disciplina del popolo siciliano”, ha precisato il governatore.