Il governo Draghi utilizza per la prima volta il golden power

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maddalena

Sono stato sempre molto critico nei confronti del governo Draghi, ma oggi devo esprimere la mia soddisfazione per l’esercizio da parte di questi del Golden Power, cioè del potere di vietare la vendita di industrie strategiche, a proposito dell’alienazione della nostra società LPE, la quale produce semiconduttori per circuiti elettronici e stava per essere venduta ai cinesi.

È da sottolineare che l’istituto del golden power, che è stato istituito con il decreto legge n. 21/2012 (art.2), convertito nella legge n. 56/2012, relativo fondamentalmente ai settori della difesa e della sicurezza nazionale è stato ampliato dal Decreto Liquidità dell’aprile 2020 che lo ha reso applicabile anche ai seguenti settori:

a) infrastrutture strategiche (fisiche o virtuali), tra cui l’energia, i trasporti, l’acqua, la salute, le comunicazioni, i media, il trattamento o
l’archiviazione di dati, le infrastrutture aerospaziali, di difesa, elettorali o finanziarie, e le strutture sensibili, nonché gli investimenti in
terreni e immobili fondamentali per l’utilizzo di tali infrastrutture;

b) tecnologie critiche e prodotti a duplice uso, tra cui l’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, la cyber-sicurezza, le tecnologie aerospaziali, di difesa, di stoccaggio dell’energia, quantistica e nucleare, nonché le nanotecnologie e le biotecnologie.

c) sicurezza dell’approvvigionamento di fattori produttivi critici, tra cui l’energia e le materie prime, nonché la sicurezza alimentare.

C’è da sperare che l’esercizio di questo potere sia molto più frequente e trovi applicazione nei moltissimi casi di svendite di industrie strategiche agli stranieri.

È fin troppo evidente che il Golden power è un correttivo degli effetti perniciosi prodotti dalle privatizzazioni di cui si sono accorti gli stessi creatori, promotori ed esecutori delle privatizzazioni stesse.

Di conseguenza ritengo che i nostri governanti debbano rendersi conto che la trasformazione di enti pubblici economici in S.p.A. è micidiale per l’economia del Paese, in quanto sottrae al Popolo, che è proprietario pubblico a titolo di sovranità delle fonti di produzione di ricchezza nazionale (articolo 42, primo comma, Cost.) il proprio patrimonio pubblico.

Si tratta delle industrie strategiche, dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia e delle situazioni di monopolio di cui all’articolo 43 della nostra Costituzione. Se ciò avvenisse potremmo dire che il governo si è posto sui binari giusti.

È comunque importante ricordare che gli stessi cittadini possono agire in via sussidiaria per conseguire i predetti fini.

Infatti essi, essendo titolari del fondamentale diritto/dovere di partecipazione, possono agire in giudizio promuovendo un’azione popolare, in virtù di quanto disposto dagli articoli 2 e 118, ultimo comma, della Costituzione, al fine di ottenere l’annullamento dei contratti ai sensi dell’articolo 1418 del Codice civile, poiché detti contratti sono stati posti in essere in violazione del principio imperativo, di cui all’articolo 41 della Costituzione, secondo il quale le negoziazioni non possono essere in contrasto con l’utilità pubblica, la libertà, la sicurezza e la dignità umana.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”