Il governo italiano gioca la Mitropa Cup mentre gli altri disputano la Champions

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Siccome da sempre in politica estera si conta se si è una risorsa o un problema e la marginalizzazione dell’Italia gialloverde sul piano europeo relega il nostro Paese in una posizione che non è né l’una né l’altra, le difficoltà per far sentire la nostra voce nelle istituzioni comunitarie e difendere i nostri ideali e i nostri interessi sono destinate ad aumentare.

Una curiosa eterogenesi dei fini cui l’azzardo e l’assenza totale di sensibilità e cultura politica condanna Salvini e Di Maio, per cui quelli saliti a Bruxelles per “difendere i cittadini italiani” si trovano in un cantone a osservare da vicino la propria inconcludente irrilevanza, e a spartire lo stesso destino con analoghe formazioni sparse per il continente, a giocare una sorta di Mitroka Cup mentre gli altri disputano la Champions.

La mitica Mitropa Cup, lo ricordiamo a chi segue poco il calcio, era quella competizione riservata a chi vinceva il rispettivo campionato nazionale di serie B. Una cosa tristissima. L’Italia che nella narrazione sovranista andava “con il cappello in mano” in Europa aveva il presidente della Bce, il presidente del parlamento europeo e l’Alto commissario per la politica estera, quella sovranista che “fa gli interessi degli italiani”, almeno a sentire Salvini, è destinata a tornare dai negoziati europei con le pive nel sacco, priva come è e come sarò di qualsiasi sponda, dovendosi accontentare con ogni probabilità di un portafoglio di serie B. Mitropa Cup, appunto.

Con una procedura di infrazione in arrivo ci sono infatti precluse le quattro posizioni di vertice più significative, come è altamente improbabile che vorranno affidarci un commissario economico, almeno tra quelli di prima fascia. L’Italia è il vero sconfitto della elezioni del 26 maggio, e il risico delle cariche non farà che prenderne atto.

Le stesse difficoltà incontrate dai grillini a trovare un gruppo o a fare gruppo raccontano lo smarrimento politico e accentuano ulteriormente il nostro isolamento politico. Il Movimento 5 Stelle farà alla fine gruppo con la formazione antieuropeista per definizione, il Brexit Party di Farage, che peraltro a fine ottobre dovrebbe fare le valigie, stavolta sul serio, la Lega si unirà alla Lepen e agli altri euroscettici.

Saremo pure un paese fondatore, saremo pure la seconda o terza economia della Ue, ma è evidente a tutti che stare in combutta con chi la Ue la vuole distruggere non ci porterà da nessuna parte. E taccio dei rapporti sia di Lega sia dei Cinquestelle con chi vede nell’Unione un pericoloso concorrente per i propri disegni geopolitici, penso prima di tutti a Putin. In questo quadro non c’è da stupirsi che gli altri facciano muro, e che guardino con sospetto ogni mossa italiana. Magari fatta con scopi per al uni versi comprensibili, tipo allentare la morsa del rigorismo nordico come peraltro ha fatto con successo però in passato anche il Pd.

Senza però scassare i conti o minare le fondamenta dell’Unione. E pensare che erano andati su per difendere gli interessi degli italiani.                                                                                                                di simona bonafe’