Il Jobs Act di Renzi fatto a pezzi dal Tribunale di Milano

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Non ha raggiunto nessuno scopo che si era prefisso ed è da valutare se i licenziamenti collettivi permessi dall’abolizione dell’articolo 18 contenuto nel Job’s Act, siano compatibili con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Per questo motivo ha rinviato l’esame della legge alla Corte di Giustizia Europea che valuterà se ammissibile l’abolizione della reintegra sul posto di lavoro sostituita da una compensazione monetaria.

Il Tribunale di Milano ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea la parte del Jobs Act che disciplina i licenziamenti collettivi, chiedendo che valuti se l’esclusione della reintegra nel posto di lavoro è compatibile con i principi di parità di trattamento e di non discriminazione e con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione. Nell’ordinanza datata 5 agosto non mancano giudizi netti sull’impianto della legge, che secondo il giudice non ha raggiunto i risultati sperati in termini di aumento dei posti stabili e non realizza “alcun equo contemperamento tra diritto al lavoro e interesse dell’impresa, o tra la tutela del posto di lavoro e l’interesse all’occupazione quale fine di interesse generale che giustifica la riduzione delle tutele“.