IL “LABORATORIO” CGIL DELLA FORMAZIONE SINDACALE A BOLOGNA SFORNA IDEE E PROGETTI

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BOLOGNA – I lavori in corso del Secondo Festival della Formazione sindacale della Cgil a Bologna ce li racconta su Rassegna Sindacale Carlo Ruggiero. Per leggere il suo reportage dallo spazio Fico e vedere foto e video di Marco Merlini: https://www.rassegna.it/articoli/il-sindacato-che-cambia-con-la-conoscenza
È entrata ieri nel vivo la seconda edizione del Festival della formazione sindacale della Cgil, in corso a Bologna presso lo spazio Fico, una tre giorni per confrontarsi e fare il punto sull’attività del sindacato nei vari territori e all’interno delle diverse categorie. L’iniziativa si è aperta con le parole del segretario generale Maurizio Landini, che ha sottolineato il ruolo chiave della formazione e della ricerca per un cambiamento che appare non più rinviabile all’interno del sindacato. “Nel nostro congresso di gennaio – ha detto – abbiamo deciso di darci due obiettivi: la contrattazione inclusiva e il tesseramento. La formazione è oggi lo strumento che serve a raggiungere questi risultati, mettendo in connessione la normale azione del sindacato con la ricerca”. Landini è consapevole che “non sempre oggi questo avviene”, e che “si registra spesso uno scarto tra la formazione e il funzionamento concreto dell’organizzazione sindacale”. “Se vogliamo realizzare la contrattazione inclusiva – ha continuato – dobbiamo invece cambiare il nostro modo di lavorare nei territori, tra le categorie e nei luoghi di lavoro”. E questo “richiede il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti, dai delegati ai lavoratori, dalle categorie alle camere del lavoro”. Serve quindi “un processo complessivo nel quale la formazione, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, deve diventare una pratica sempre più diffusa”. L’azione sindacale, la ricerca e la formazione, ha concluso, “non possono più essere separate ma devono andare insieme. La formazione serve a sostenere l’azione e la ricerca serve a verificare se quello che stiamo facendo è davvero giusto.”
In effetti, passando tra i tavoli dell’ampia sala che ospita il Festival, tra decine e decine di persone provenienti da ogni angolo d’Italia che discutono, si confrontano e raccontano le proprie esperienze, è proprio una rinnovata voglia di cambiamento ciò che maggiormente si respira. E’ il caso del progetto presentato dalla Cgil di Varese: un tabellone colorato, una sorta di gioco dell’oca, finalizzato a generare “una spinta all’innovazione organizzativa della nostra Camera del lavoro”, spiega Stefania Filetti. “È un lavoro che abbiamo fatto tutti insieme – continua -, coinvolgendo più di 100 persone per selezionare gli argomenti, fino ad arrivare a scegliere quelli che erano dei veri e propri progetti per modificare e valorizzazione quello che facciamo giorno dopo giorno”.
Il variegato mondo della formazione della Cgil, però, è fatto anche di storia, sicurezza, Costituzione, uomini e donne, accoglienza, rinnovamento e ambiente. Si va dall’esperienza trentennale di formazione della Cgil Lombardia, all’attività ben consolidata della Cgil emiliana, fino all’esordio della neonata Scuola di formazione sindacale della Cgil Umbria. “Stiamo costruendo una programmazione biennale – racconta la responsabile Patrizia Venturini – perché siamo nati da poco. Abbiamo anche realizzato la nostra ‘R-app’ assieme a Università degli studi di Perugia, un’applicazione multimediale sui diritti e dei lavoratori. Poi, per prima cosa, faremo la formazione dei formatori, e dopo un progetto dedicato agli uomini sulla violenza di genere e uno destinato direttamente alle donne”.
Di donne e di formazione ha in effetti parlato dal palco la responsabile delle politiche di genere di Corso d’Italia Susanna Camusso, puntando l’accento ancora una volta su un’esigenza di rinnovarsi sempre più forte nel sindacato. “Per cambiare le cose in un mondo in cui tutte le differenze vengono viste con odio – ha detto -, dobbiamo mutare anche la nostra organizzazione, e capire perché facciamo certe scelte e come le facciamo. In questo contesto la formazione diventa fondamentale perché ci permette di guardare il nostro lavoro con uno sguardo non necessariamente viziato dalla quotidianità”.
Oltre alle realtà territoriali, al Festival della formazione della Cgil, sono state poi condivise anche le esperienze delle varie federazioni. È il caso della Filcams: “Da alcuni anni abbiamo investito molto in termini di formazione – racconta Francesca Mandato, responsabile formazione e ricerca –, costruendo un Piano di apprendimento strategico sindacale (Pas) che costituisca per noi l’idea di un lasciapassare attraverso l’apprendimento a tutti i livelli. Questo permette uno scambio e la creazione di reti che rendono più forte l’attività sindacale”.
La Fiom da oltre otto anni sta formando i suoi iscritti sui cambiamenti climatici, racconta il responsabile della formazione Luigi Camposano: “Vogliamo che i nostri delegati entrino in possesso di informazioni sui temi fondamentali dell’attualità, perché i metalmeccanici sono e devono restare i protagonisti dello sviluppo”. Di sostenibilità ambientale ha parlato anche la vicesegretaria generale della Cgi Gianna Fracassi. “Lo sviluppo può essere solo sostenibile – ha detto – e non è un tema poi così recente. La finitezza delle risorse naturali ci costringe a pensare in modo differente dal passato”. Anche questo è un cambiamento necessario.
La situazione della formazione, poi, appare più “articolata” nella Flc, spiega Maurizio Lembo: “Perché noi abbiamo un doppio binario: da una parte la formazione professionale degli insegnanti dall’altra la formazione dei dirigenti e delle nostre 10.000 Rsu, che proviamo ad organizzare insieme ai territori”. “Stiamo puntando molto, oltre che sulle tecniche di contrattazione, anche sui valori sulla memoria”. Quello della conoscenza delle battaglie e delle conquiste del passato, tra l’altro, è uno dei temi fondamentali dell’intero Festival della Cgil, che ha ospitato la mostra sulle leggi razziali “Mai indifferenti” e un intervento video della senatrice a vita Liliana Segre. E proprio per esortare alla memoria i più giovani, a Bologna c’erano anche gli studenti medi, che insieme all’Udu hanno presentato un gioco da tavola sulla storia del sindacato e dei movimenti studenteschi. “Un progetto per formare i ragazzi sulla storia”, lo stesso obiettivo di “Cgil suona la campanella”, il corso della Cgil Calabria organizzato nelle scuole del catanzarese.
Dopo il successo dell’anno scorso, questa nuova edizione del Festival sembra quindi segnare un passo avanti per il sindacato. “La seconda volta è spesso meglio della prima”, conferma il responsabile della formazione nazionale della Cgil Giancarlo Pelucchi.