Il ministro per il Sud al Cag Coesione in Lussemburgo

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Il ministro per il Sud Barbara Lezzi ha partecipato, come autorità italiana per la coesione, al Comitato Affari Generali, CAG, Coesione che si è svolto in Lussemburgo il 24 giugno. Il Consiglio ha fatto il punto dello stato di avanzamento dei negoziati concernenti il pacchetto sulla politica di coesione per il periodo 2012-2027. Si è svolto anche un dibattito orientativo sulla prossima programmazione.

Nel corso del suo intervento il ministro Lezzi ha spiegato che “nel quadro di una riflessione più ampia sulla ridefinizione della governance economica dell’Unione Europea, è necessario assicurare un effettivo equilibrio fra stabilità e crescita. L’equilibrio dei conti pubblici è, e resta, un punto cardine dell’architettura economica e finanziaria della UE, anche se non può costituire l’unico fine, né l’unico parametro di riferimento, per le misure di politica economica, sociale e territoriale”.

Governance economica: assicurare equilibrio fra stabilità e crescita

Secondo il ministro un efficace coordinamento tra politica di coesione, e semestre europeo, sarebbe quindi vantaggioso per l’Unione europea e i suoi cittadini. Infatti, utilizzare pienamente il potenziale di crescita delle regioni meno sviluppate e, quindi, contrastare le disparità e le disuguaglianze, è un fondamentale contributo alla possibilità di progredire verso la convergenza e la stabilità.

In questa ottica occorre quindi “riconsiderare il ciclo temporale del Semestre europeo, in quanto raccomandazioni definite su base annuale non sono coerenti con una politica basata su programmi pluriennali, e con i tempi necessari per programmare, e attuare, investimenti a carattere strutturale. È importante che, a livello europeo si riconoscano i legami tra obiettivi di coesione e indirizzi di politica economica”.

“Per questo siamo a favore di una programmazione su 7 anni, anziché su 5 – ha spiegato il ministro Lezzi – senza riserve di fondi e senza revisione intermedia: questo per noi è un elemento sostanziale nel negoziato sui regolamenti 2021-2027. Flessibilità eccessive mettono a rischio l’efficacia della politica di coesione, che deve poter contare su un orizzonte temporale sufficientemente ampio”.

Condizionalità macroeconomica e promozione investimenti

Valorizzare il potenziale inespresso dei territori in ritardo con gli investimenti della politica di coesione, è il modo più concreto per contribuire agli obiettivi di stabilità e crescita della governance europea. Gli obiettivi della governance economica, e della politica di coesione, devono essere complementari. Ed è necessario assicurare la possibilità di investire per il recupero dei divari di sviluppo regionale all’interno dell’UE.

La strada maestra per ottenere vantaggi dalla pratica di coordinamento del Semestre europeo, è quella di approfondire le relazioni e la cooperazione reciproche tra le varie politiche nazionali e comunitarie, per il raggiungimento delle priorità dell’Agenda 2030, che oggi impongono di impegnarci nei confronti delle generazioni future in un contesto di solidarietà e fiducia tra gli Stati Membri.

Sulla condizionalità macroeconomica il ministro per il Sud ha spiegato perché “siamo contrari: non è coerente con l’esigenza di assicurare complementarità fra coesione e governance economica, non sostiene l’obiettivo di coesione, anzi è controproducente, imponendo misure restrittive nei momenti di maggiore difficoltà, in cui al contrario bisognerebbe promuovere e facilitare gli investimenti pubblici”.

Lo spazio per l’impostazione di politiche utili all’intera Europa va ricercato nel dialogo tra i Paesi e le istituzioni comunitarie, e non in meccanismi che sembrano voler separare i destini dei diversi Paesi. Per questo “siamo contrari all’introduzione o rafforzamento di ulteriori dispositivi penalizzanti, che avrebbero come conseguenza la messa rischio degli investimenti nei territori caratterizzati da maggiori difficoltà strutturali”.

Politica di coesione per ridurre il divario e assicurare benessere

In questo contesto, il ministro ha spiegato che “dal momento che l’Italia è un convinto sostenitore del Pilastro europeo dei diritti sociali, siamo aperti a vagliare proposte concrete che promuovano un’efficace attuazione del Pilastro, senza imporre, tuttavia, oneri e vincoli eccessivi sull’attuazione della politica di coesione”.

Gli obiettivi della governance economica e della politica di coesione devono essere complementari. È necessario assicurare la possibilità di investire per il recupero dei divari di sviluppo regionale all’interno dell’UE. Valorizzare il potenziale inespresso dei territori in ritardo con gli investimenti della politica di coesione è il modo più concreto per contribuire agli obiettivi di stabilità e crescita della governance europea.

Le raccomandazioni del 2019 indicano nel rafforzamento degli investimenti in ricerca e innovazione, e nella qualità delle infrastrutture, elementi essenziali per migliorare la produttività e recuperare le disparità regionali, come ha sottolineato il ministro.

Ulteriori sfide per assicurare il benessere delle persone riguardano il contrasto alla povertà e alle disuguaglianze, con opportunità per una più ampia e migliore occupazione e il rafforzamento dell’inclusione sociale, così come la forte attenzione all’ambiente e al clima.