IL MIO RICORDO DI ALESSANDRA WITZEL, AMICA E COLLEGA

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PUBBLICHIAMO UN PENSIERO DI ALESSANDRO ZORGNIOTTI, DA 7 ANNI INVIATO IN ALBANIA, IN MEMORIA DELLA GIORNALISTA E SPORTIVA CUNEESE IMPROVVISAMENTE SCOMPARSA LA SCORSA SETTIMANA

Desidero oggi con tutto il cuore, nel giorno in cui a Cuneo sarà per l’ultima volta salutata Alessandra Witzel – nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore – ricordare la coetanea, amica e collega, con la quale ho condiviso per dieci anni, dal 2003 al 2013 più i primi mesi del 2014, la redazione giornalistica della “Bisalta” e di altri prodotti dello stesso gruppo editoriale.

La notizia appresa sabato scorso mi ha colto con sentimenti immediati di shock, sgomento, incredulità, malgrado gli orrori pandemici degli ultimi dodici mesi oramai ci abbiano quasi assuefatti a ogni tipo di fatalità.

Ma Alessandra no, proprio no. Sarà perché, quando ci si frequenta per un lungo tempo – in ambienti di studio così come di lavoro – con spirito di mutua condivisione e di solidarietà, nella buona così come nella cattiva sorte di un mestiere senza orari né esiti prevedibili a priori come è il giornalismo, intimamente il pensiero, o la speranza di ognuno è che si rimanga o si possa rimanere sempre dalla parte della trincea narrante e non di quella, tristemente, narrata.

Per questo motivo la mia incredulità iniziale ha subito dopo ceduto il posto al dolore.

Lo ammetto: il mio carattere non è dei migliori, e un lavoro come quello redazionale spesso tende a estremizzare, in un senso o in un altro, tali difetti personali di tipo intrinseco; e ad alimentare discussioni e contrasti il più delle volte, lo riconosco ora, evitabili e tanto prevedibili quanto prevenibili.

Alessandra, che ho conosciuto e frequentato come Collega per 10 anni, e alla quale mi univa una solidarietà di carattere anagrafico – essendo anche io prossimo ai 47 anni – ha sempre rappresentato l’aspetto preventivo di ogni possibile contrasto, rappresentando un riferimento confidenziale e rasserenante anche rispetto a tensioni terze. Ricordo altresì con incancellabile affetto – quando in due diverse circostanze della mia vita io ebbi a che fare prima con i postumi di una brutta frattura alla spalla destra poi con le conseguenze di un principio di collasso cardio-tiroideo che mi costrinsero a fare il pendolare con mezzi pubblici anziché privati – che non di rado, dovendo io lavorare alla periferia di Cuneo pur continuando ad abitare a Bra, era lei ad accompagnarmi alla stazione dei bus e dei treni del capoluogo provinciale per permettermi di non restare a piedi.

Quando mi dimisi dalla redazione, nella primavera del 2014, per iniziare la mia nuova avventura umana e lavorativa in Albania, Alessandra, pur consapevole delle difficoltà organizzative e redazionali che vi sarebbero state nella fase immediatamente transitoria, ebbe nei miei confronti parole di solidarietà e di appoggio morale che non dimenticherò.

Per questo motivo, e ritenendo di poter interpretare le parole e il pensiero anche del comune Amico Professor Beppe Ghisolfi, mio primo Direttore al Giornale del Piemonte e come me estimatore personale e professionale di Alessandra e della famiglia Witzel, che al prestigio dei propri ruoli pubblici univa una straordinaria umanità di base, ho voluto scrivere – dall’Albania oramai mia Patria d’adozione – questi capoversi con la commozione accresciuta di chi avrebbe voluto un giorno, magari in occasione di un mio prossimo rientro temporaneo in Italia come visitatore, condividere, come ai tempi andati, un caffé e una riflessione con Alessandra su eventi o accadimenti in atto.

La circostanza che un maledetto virus globale prima e – ora – un dannato aneurisma accaduto proprio nella sua amatissima Costa Azzurra, abbiano per sempre reso impossibile la prospettiva di ritrovarsi, lascia in me un evidente, inevitabile senso di vuoto, colmato solo dal ricordo di avere potuto contare, per un non piccolo numero di anni, su una Collega e Amica elegantemente riservata e a un tempo confidenziale e pacificante.

Ringrazio Loredana e la Redazione di Notizie In Un Click per avermi consentito di pubblicare questo mio saluto ad Alessandra, in questo giorno combattuto fra la memoria dei tempi andati e la tristezza, prepotente e prevalente, presente e futura.

ALESSANDRO ZORGNIOTTI