Il Mose non funziona, parla l’esperto: “Nasce morto, è solo un esercizio di calcolo”

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La domanda è semplicissima, e in questi giorni è stata sulla bocca di ogni italiano: perché il Mose (ancora) non funziona? Tra i tanti che hanno dato una risposta, c’è stato anche il professor Marco Mancini, docente ordinario di Costruzioni idrauliche, insegnante di Sistemazione di bacini idrografici e infrastrutture idrauliche al Politecnico di Milano, nonché responsabile di progetti scientifici del Miur e dell’Esa. Mancini, in un’intervista di Paolo Vites pubblicata su ilsussidiario.net, usa parole amarissime per descrivere la drammatica situazione che sta vivendo Venezia. “In tanti hanno studiato il Mose come possibile soluzione, ma i risultati di un progetto che di fatto non è stato chiuso mai, mi fanno dire che è una soluzione che lascia a desiderare”.

Continua Mancini: “Sarebbe interessante andare a chiedere a tutti quelli che hanno gestito il Mose quanto tempo hanno perso. E ai progettisti, perché non funziona. Il Mose è un bell’esercizio di idraulica, ma probabilmente non è inserito bene nella realtà di Venezia. C’è chi porta come esempio il sistema posto a difesa della città di Londra, sul Tamigi. Bene. È sì un sistema analogo, ma per la situazione del territorio che si affaccia sul Tamigi, meno complesso e meno esteso rispetto alla Laguna, è più semplice dal punto di vista della movimentazione della paratia, che infatti non si gonfia. Lì non viene immessa aria e si toglie l’acqua come con il Mose, ma funziona con un meccanico rigido”.

“Stiamo parlando di società di ingegneria importanti che hanno lavorato per il Mose, eppure il sistema non funziona. Vuol dire che il progetto non può essere solo un mirabile esercizio di calcolo, ma va inserito bene là dove deve funzionare. La sua realizzazione ha visto evidentemente una serie di errori, tecnologie che non funzionano adeguatamente e probabilmente siamo in presenza di un’ingegneria che lascia un po’ a desiderare”.

Conclude Mancini: “Il problema di Venezia è complesso. Nasce su una laguna, che è soggetta alle fluttuazioni cicliche delle maree, e l’acqua alta è un fenomeno che si manifesta per la concomitanza di più fattori, legati per esempio all’astronomia o ai venti che provengono dal sud dell’Adriatico. A questo dobbiamo aggiungere altri problemi come i piccoli cedimenti strutturali della falda, le condizioni climatiche peggiorate negli ultimi anni e il complessivo innalzamento del livello del mare. E in futuro il quadro sicuramente si aggraverà. Purtroppo eventi di questo tipo si verificano e si verificheranno sempre più spesso e Venezia ne soffre sempre di più”.