Il nuovo Governo nasce, almeno a parole, sotto il roboante segno della #TransizioneEcologica

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Bene, immagino quindi che la prima cosa che farà sarà bloccare tutti i nuovi permessi di ricerca ed estrazione di petrolio.
Di bassa qualità, complicato ambientalmente da estrarre e, per di più, estratto e venduto da compagnie private per fornire energia all’estero. Guardando al futuro il petrolio è il passato remoto.
Ebbene, proprio la partita delle trivelle vive giorni delicati.
In gran ritardo, proprio negli ultimi complicati giorni del Governo Conte, il Ministero dell’#Ambiente ha pubblicato il Rapporto Preliminare per definire, entro il 12 agosto e di concerto con i territori, in quali aree sarà possibile estrarre e in quali no.
Negli stessi giorni la #Lega, nel frattempo diventata titolare del Ministero dello Sviluppo Economico con Giancarlo Giorgetti, ha presentato un emendamento nel Decreto di conversione del Milleproroghe, che mira a sbloccare i nuovi permessi già prima del 12 agosto.
Quale sarà alla fine la linea del nuovo Governo? A parole non ci dovrebbero essere dubbi. La transizione ecologica non si fa con il petrolio. Aspettiamo però di vedere i fatti.
Ci aspettiamo che il super Ministro Roberto Cingolani proroghi i termini e costruisca immediatamente un percorso a tappe forzate che permetta lo svolgimento dell’intero percorso nel minor tempo possibile, senza deroghe e concessioni.
Oppure che dia il segnale del vero “cambio di passo” con cui questo nuovo Ministero è stato presentato agli italiani, deliberando quella moratoria sugli idrocarburi che, da anni, territori e movimenti chiedono al Governo. L’unica scelta davvero in linea con la formula “transizione ecologica”.