Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico

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Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali”.
Bertolt Brecht così dipinge il peggior esempio di analfabeta esistente, quello politico.
Chi si fa soltanto i fatti suoi, non manifestando alcun interesse per gli altri, per il bene comune, per la comunità di cui è parte, mostra un egoismo nihilistico che è prodromico a quell’atteggiamento per cui fa tutto schifo, senza che però si sia provato a fare qualcosa per cambiare quello schifo di cui ci si lamenta.

Noi M5S siamo nati con un blog di controinformazione, che a conclusione di ogni post indicava una monografia grazie alla quale approfondire il tema trattato nel post stesso, poiché con 2 o 300 righe non si effettuava alcuna analisi razionalmente fondata e profonda, perché c’era sempre da stimolare e soddisfare la curiosità, perché il cittadino informato era il cittadino che si attivava da sé per cambiare la realtà senza attendere passivamente lo Stato, diventando anzi esso sprone per lo Stato a far meglio e bene.

E le parole di Brecht ce le dobbiamo ricordare sempre, a meno che non vogliamo anche noi scadere in demagogia d’accatto di cui tanti oggi si servono per acquisire facili consensi.