Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko interviene al comizio a suo sostegno a Minsk Lukashenko promette ritorsioni in caso di sanzioni alla Bielorussia

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Tra i paesi che potrebbero farne maggiormente le spese, ha spiegato Lukashenko, ci sarebbe la Lituania.

Il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, ha assicurato che il suo paese è pronto ad affrontare qualsivoglia genere di sanzioni da parte dell’Occidente e ha invitato ad astenersi dal minacciare la Bielorussia.

In caso di misure restrittive da parte della Polonia o della Lituania, ha inoltre sottolineato Lukashenko, la Bielorussia è pronta a rispondere con ritorsioni commerciali nei confronti di questi due paesi.

“Ora gli faremo vedere cosa sono delle vere sanzioni. Fino ad oggi loro (la Lituania e la Polonia, ndr) hanno commerciato con la Cina e la Russia passando da noi, e ora dovranno sorvolare il Baltico o il Mar Nero per commerciare con la Russia”, ha incalzato Lukashenko

Stando a quanto riferito dal capo di stato Bielorusso, la Lituania potrebbe perdere fino al 30% del proprio budget finanziario statale in caso di mancato transito di beni russi nel Paese.

La scorsa settimana il commissario dell’Ue Thierry Breton aveva promesso un rafforzamento delle sanzioni contro la Bielorussia.

La crisi politica in Bielorussia

Il 9 agosto si sono tenute le elezioni presidenziali in Bielorussia. Secondo il Comitato Elettorale Centrale, il capo di Stato, Alexander Lukashenko, ha guadagnato l’80,1% dei consensi, seguito da Svetlana Tikhanovskaya con il 10,12%. L’opposizione non ha riconosciuto questi risultati e la stessa Tikhanovskaya è partita per la Lituania.

Da più di due settimane nel Paese si svolgono proteste non autorizzate contro i risultati delle votazioni. Nei primi giorni, i manifestanti sono stati dispersi, con le forze di sicurezza che hanno usato gas lacrimogeni, idranti, granate assordanti e proiettili di gomma.

Domenica scorsa a Minsk e in alcune città della Bielorussia si sono svolte manifestazioni di protesta per il 15° giorno dopo le elezioni presidenziali con i manifestanti che si sono fermati a poche decine di metri dal cordone allestito dalle forze di sicurezza lungo l’intera larghezza del viale nei pressi del Palazzo dell’Indipendenza, residenza del Presidente, continuando a cantare slogan contro l’attuale capo di stato bielorusso.