Il presidente Inguscio al forum ‘Dal Sud per l’Italia, cultura, economia, innovazione. Quale futuro?’

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Il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Massimo Inguscio ha partecipato, a Napoli, al forum ‘Dal Sud per l’Italia, cultura, economia, innovazione. Quale futuro?’.

Questo il suo intervento: “Come figlio del Sud, studente pugliese e poi professore universitario a Napoli che ha attraversato l’Italia anche come ricercatore e attualmente da presidente del Consiglio nazionale delle ricerche e della Consulta dei presidenti degli enti pubblici di ricerca, sono onorato di essere qui con tutti voi a Napoli e di avere l’opportunità di poter portare una testimonianza al Forum ‘Dal Sud per l’Italia, cultura, economia, innovazione. Quale futuro?’ ideato dal professore Marco Salvatore e che vede tra i suoi illustri relatori il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, il professor Salvatore, il professore e consigliere del presidente del Consiglio Gerardo Capozza, il presidente della Crui e rettore dell’università Federico II di Napoli Gaetano Manfredi, il rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa Lucio D’Alessandro, l’imprenditore e presidente di Confindustria di Napoli Vito Grassi, con la conduzione di Massimo Milone direttore di Rai Vaticano“”.

“La scienza e la ricerca pubblica, e in particolare il Cnr da 95 anni – recentemente festeggiati alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del ministro dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca Marco Bussetti, dei vicepresidenti di Senato e Camera dei deputati e 100 splendidi studenti e studentesse di terza media e primi anni di liceo statale – esprimono da sempre valori universali di inclusività, pace, educazione, cultura, progresso. Il Cnr è sempre stato al servizio dello sviluppo scientifico culturale sociale delle persone e fattore scatenante e ‘motore’ acceleratore di trasferimento in ricerca, tecnologia, innovazione e sviluppo economico nel Mezzogiorno, in Italia, in Europa, nel Mediterraneo e nel resto del mondo. La qualità delle pubblicazioni, scoperte scientifiche, progetti di ricerca, innovazioni e brevetti dei ricercatori e ricercatrici italiani degli enti pubblici di ricerca, tra cui il Cnr, spesso in squadra con le migliori università – in molti casi provenienti da idee e progetti di ricerca nati e sviluppati nel Mezzogiorno – sono tra i migliori al mondo”.

Continua il presidente del Cnr: “Per ogni euro pubblico investito per la ricerca del Cnr viene stimato che circa 60 centesimi in più vengono attratti grazie ai ricercatori che vincono progetti finanziati dalla Commissione Europea. Fondamentale in tal senso è stato garantire in questi anni di mia presidenza la focalizzazione tematica e geografica delle risorse, evitando dispersioni e valorizzando le migliori opportunità, anche in termini di componente più giovane del capitale umano proveniente dalle università operanti nel Mezzogiorno, con la focalizzazione ed alla razionalizzazione degli investimenti, coordinando le risorse provenienti dai diversi Programmi Operativi (POR e PON) e dai programmi europei al fine di eliminare sovrapposizioni e quindi inefficienza nella spesa. Al Cnr abbiamo rafforzato e in alcuni casi creato pochi ma ben identificabili centri di eccellenza meridionali con profilo internazionale che hanno e stanno favorendo la mobilità e rafforzando la capacità di attrarre ricercatori di talento stimolando al tempo stesso l’insediamento di aziende e di realtà produttive come spin-off e start-up, dando opportunità economiche e di sviluppo anche alle famiglie di chi lavora in questi progetti. Risultati raggiunti grazie a una politica scientifica nazionale e locale che si sviluppa anche grazie a strategie coordinate ai più alti livelli istituzionali nazionali e al tempo stesso valorizzando le vocazioni dei territori e le istituzioni locali, regionali, dei centri di ricerca del Cnr e dell’università, sfruttandone le caratteristiche multidisciplinari”.

“Alcuni esempi di centri di eccellenza nel Mezzogiorno di rilevanza nazionale e internazionale. In Campania e a Napoli il Competence center col Cnr e il Politecnico di Bari, il nuovo istituto per la mobilità sostenibile e quello multidisciplinare sul Mediterraneo, oppure il programma di ricerca altamente innovativo per l’agricoltura di precisione nella bellissima area della Capitanata, terra nota anche per i cosiddetti ‘granai d’Europa’ che vede coinvolte le istituzioni locali, unità di ricerca degli istituti del Cnr di bioeconomia (da poco fondato) e quello di scienza delle produzioni alimentari, le migliori aziende italiane nel mondo di produzione alimentare con prodotti a base di grano e frumento. Mi viene in mente poi la splendida avventura che è stata firmata in marzo presso l’istituto di nanotecnologia del Cnr – che è anche sede di TecnoMed per la medicina di precisione in partnership con l’ospedale oncologico di Bari – con l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, per un Joint Research Agreement (JRA) per l’istituzione di quattro centri di ricerca congiunti localizzati nel Mezzogiorno, alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, del Ministro per il Sud Barbara Lezzi e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Con la creazione di laboratori congiunti per lo studio dei cambiamenti climatici nell’Artico a Lecce, di materiali superconduttori per la produzione di energia pulita da fusione in plasmi magnetici a Gela, per il grande problema dell’acqua a Metaponto e per una sempre più efficace agricoltura nel nostro centro a Portici. Più in generale il rilancio scientifico dovrà aiutare lo sviluppo della nostra meravigliosa Nazione cominciando dal Mezzogiorno. Le nuove scelte stanno portando ad un cambiamento di rotta con tre riferimenti: merito, razionalizzazione e valorizzazione. Il Cnr oggi come ieri oltre a promuovere e sostenere la valorizzazione della ricerca sottolineata l’importanza del far sapere che va coniugato con il fare e con il saper fare. Questi argomenti e valori superano la mera divulgazione scientifica e riguardano i temi dell’informazione rivolta alla società e alle nuove generazioni e all’aumento di consapevolezza del grande pubblico rispetto a tematiche scientifiche con rilevante impatto sulla vita dei cittadini e sulla salute della terra. Il tutto con un fine più alto di formare giovani e future classi dirigenti che abbiamo tra i loro valori fondanti la conoscenza scientifica, la ricerca, il progresso culturale sociale economico, la pace, il bene dell’uomo e della terra”.