IL REGALO GRILLO-COMUNISTA DI CAPODANNO

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IL REGALO GRILLO-COMUNISTA DI CAPODANNO: PIOGGIA DI BONUS PROMESSI, TEMPESTA DI AUMENTI CERTI

IL PARTITO UNIONE CATTOLICA ALL’ATTACCO, CON IL SEGRETARIO NAZIONALE POLITICO IVANO TONOLI: SINISTRA GIALLOROSSA SPIETATA, CENTINAIA DI MIGLIAIA DI BOLLETTE E DI ATTI ESATTORIALI ARRIVERANNO A FAMIGLIE IMPRENDITRICI CHE NEL FRATTEMPO HANNO DOVUTO CHIUDERE L’ATTIVITÀ ECONOMICA

MENTRE CONTE E GUALTIERI INFIERISCONO SU AZIENDE ORAMAI UCCISE DAL MIX LETALE DI COVID E DPCM, LORO STESSI CONTINUANO A GIRARSI DALL’ALTRA PARTE DI FRONTE ALLE MAFIE NOSTRANE E CINESI CHE, VALIGETTA E CONTANTE IN MANO, SI APPRESTANO A COMPRARE A SALDO 20.000 IMPRESE RIDOTTE ALLO STREMO DALLA MANCANZA DI VERI RISARCIMENTI GOVERNATIVI. CON LA BEFFA ULTERIORE CHE MAGARI BONAFEDE PERSEGUIRÀ COLORO CHE SONO STATI COSTRETTI A CEDERE LE ATTIVITÀ E NON COLORO CHE CON ARROGANZA LE HANNO ACQUISTATE

Una pioggia di micro bonus promessi, che tutti insieme non riescono ad arginare la tempesta delle stangate e degli aumenti certi tra bollette domestiche e atti esattoriali di nuovo decorrenti dal 2 gennaio.

Eccolo, il regalo Grillo-comunista avvelenato del capodanno: lasciare intendere che sono in arrivo, per i mesi a venire, moltissime agevolazioni fiscali sulle voci più disparate, ciascuna con stanziamenti unitari palesemente insufficienti che rischiano di esporre i contribuenti a costi irrecuperabili, mentre sono in arrivo aumenti tariffari di luce e gas a carico di una famiglia su due e provvedimenti di accertamento esecutivo fiscale per oltre un italiano su due, con una media di due cartelle esattoriali per ogni nucleo familiare.

Ci chiediamo e chiediamo all’avvocato del popolo (quale popolo, visto che oramai anche quello grillino gli sta voltando le spalle) e al ministro chitarrista, che dalle intonazioni stonate di “bella ciao” è passato al “ciao, bello” beffardamente rivolto all’imprenditore e al lavoratore rimasti senza occupazione né reddito: non sarebbe stato più sensato e ragionevole utilizzare gli importi corrispondenti di “micro aiutini” singolarmente complessi e insufficienti per neutralizzare i rincari nelle prossime bollette in arrivo e per finanziare in misura davvero seria e coraggiosa – con una generalizzazione della possibilità di richiesta e ottenimento del saldo e stralcio – la più volte invocata pace fiscale e contributiva, alla quale è stato invece appena dedicato un miliardo di euro per una timida sospensione dei contributi a valere sul piccolo lavoro autonomo per il 2021?
Con la prospettiva che, mentre il giorno prima si tira un sospiro di sollievo per un mancato esborso, il giorno dopo si rischia di tirare le cuoia per il simultaneo arrivo di una bolletta maggiorata e di un atto fiscale esecutivo da pagare senza più rinvii?
Che cosa accadrà inoltre a quelle famiglie lavoratrici che in 305.000 casi, come censito da Confcommercio con una rilevazione congiunturale pienamente condivisa da noi di Confedes, hanno dovuto abbassare serranda per sempre?

Siamo alle solite: all’avvocato Conte non interessa e non conviene ottenere la liberazione del contribuente; a lui e alla sua banda di ministri – sempre più simili ai capponi capovolti dell’avvocato Azzeccagarbugli dei Promessi sposi – fa più comodo creare una dipendenza continua dal suo governo per qualsiasi attività quotidiana di ciascuno di noi.

Non sarebbe stato meglio concentrare ogni sforzo per rendere più fruibili e meglio accessibili i soli due bonus che finora abbiano dimostrato di funzionare, ossia il 4.0 e il superecobonus, magari estendendo quest’ultimo alle strutture alberghiere e ricettive lasciate morire senza futuro da Conte, Gualtieri e Franceschini?
I quali forse, non avendo mai seriamente lavorato in vita propria dietro un bancone o una reception, ignorano che, dove non arrivano i super eco bonus, i risarcimenti veri e i saldi con stralcio, arrivano le varie mafie nostrane a cinesi pronte a comprare, loro sì a saldo, 20.000 attività allo stremo.

E che farà il ministro deejay Bonafede? Chiaramente perseguirà chi sarà stato costretto a vendere e a cedere, accusandolo forse di essere un evasore fiscale, mentre nessun rischio corre chi con arroganza avrà comprato approfittando della crisi di liquidità di cui il governo giallorosso è responsabile primo.

Conte da pseudo avvocato del popolo è passato al ruolo di avvocato conciliatore permanente, anche qui fallito, dei quotidiani conflitti fra partiti, partitini e tribù della sua coalizione-accozzaglia, con un Renzi che ogni giorno minaccia la crisi pur sapendo di non avere interesse a provocarla sino in fondo dal momento che con il fido Ruffini ha il controllo della macchina fiscale ed esattoriale dello Stato e delle nostre vite. Come se non bastasse il covid a tenerle già in ostaggio.