Il sistema Moda italiano si colloca tra i settori più colpiti dalla pandemia da COVID-19

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Una nota della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo rivela che il sistema Moda italiano si colloca tra i settori più colpiti dalla pandemia da COVID-19.

Complessivamente, nei primi undici mesi del 2020 il fatturato del settore tessile, abbigliamento e filiera della pelle ha segnato il -22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (con oscillazioni dal -17% dell’industria tessile al -26% della filiera della pelle e dell’oreficeria).

Anche sui mercati esteri si sono registrate contrazioni diffuse a tutti i settori e verso tutti i principali mercati di destinazione (-22% delle esportazioni del nei primi dieci mesi del 2020). Tuttavia, il sistema moda italiano è riuscito a realizzare un ampio avanzo commerciale, pari a circa €15 miliardi nei primi dieci mesi dell’anno (€16,4 miliardi con l’occhialeria).

Significativi i risultati sui mercati asiatici: il bilancio per l’export di abbigliamento e filiera della pelle diretto in Cina nel periodo gennaio-novembre è solo di poco negativo (-6%).

Per quanto riguarda i distretti del settore Moda, Tessile e abbigliamento e Pelletteria e calzature di Arezzo sono riusciti a crescere nei mesi estivi, grazie ai balzi delle esportazioni in Cina, Maglieria e abbigliamento di Perugia anche presso Stati Uniti e Russia.

I livelli del terzo trimestre 2020 dei distretti sono rimasti molto lontani da quelli dell’anno precedente, mostrando un arretramento di -13,9% per i beni di consumo (abbigliamento, calzature, pelletteria, maglieria) e di -21,4% per i beni intermedi (tessile, concia). Pesano le scelte delle famiglie di limitarsi agli acquisti essenziali, il crollo del turismo, nonché la diffusione dello smart working che penalizza il segmento formale di abbigliamento e calzature.

Le sfide che attendono le imprese del settore per la ripresa sono rappresentate dalla capacità di offrire ai consumatori esperienze multicanali con interrelazioni continue tra negozi e online e dall’attenzione verso i temi della sostenibilità, della trasparenza e dell’impatto ambientale, tutelando il “saper fare” del capitale umano che ha reso competitivo e unico il sistema moda italiano.